Facendo seguito alle osservazioni contenute nel Rapporto dal Comitato, l’Italia ha fornito alcune precisazioni sugli ‘hotspot’ istituiti con l. n. 46/2017, in cui i migranti sono collocati a fini di primo soccorso e identificazione o quando la loro permanenza sul territorio nazionale è irregolare. Sebbene la l. n. 46/2017 preveda che i migranti restino all’interno delle suddette strutture il minor tempo possibile e che coloro che hanno espresso la volontà di presentare domanda di protezione internazionale vengano trasferiti il prima possibile in un centro di accoglienza, i tempi di permanenza negli ‘hotspot’ si prolungano a causa della carenza di posti nelle strutture di accoglienza. Quanto alle condizioni nei centri di permanenza per il rimpatrio, riconoscendo l’esigenza messa in luce dal CPT di aumentare l’offerta di attività ricreative e formative, si sottolinea che alcune attività sono già previste in alcuni centri. Inoltre, al fine di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico in questi centri, l’Ufficio immigrazione della Polizia è stato sensibilizzato circa i numerosi casi di violenza ivi avvenuti e sollecitato ad adottare misure in materia.
Rapporto al Governo italiano sulla visita in Italia effettuata dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e di trattamenti o pene inumani o degradanti (CPT) dal 7 al 13 giugno 2017, CPT/Inf (2018) 13, 10 aprile 2018; Legge 13 aprile 2017, n. 46, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 17 febbraio 2017, n. 13, recante disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale.