La Risposta dell’Italia al Rapporto redatto dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura (CPT) a seguito della sua visita in Italia nel 2010, è suddivisa in due parti. La prima contiene le osservazioni del Governo sulla prevenzione di suicidi e autolesionismo nelle carceri, sull’identificazione dei detenuti a rischio e sulle misure adottate in caso di morte o di atti di autolesionismo; inoltre, come richiesto dal Comitato, l’Italia ha fornito ulteriori informazioni su vari aspetti del trasferimento della responsabilità delle cure mediche ai detenuti dal Ministero della giustizia alle autorità sanitarie delle Regioni. La seconda parte contiene invece osservazioni supplementari del Governo in tema di responsabilità per trattamenti dei detenuti contrari alla Convenzione europea per la prevenzione della tortura; essa illustra ampiamente la normativa nazionale relativa ai procedimenti disciplinari e giudiziali in caso di violazioni, tra cui il maltrattamento di persone arrestate o di manifestanti, che renderebbe irrilevante ai fini della repressione l’assenza dello specifico delitto di tortura nell’ordinamento nazionale. Nel par. 31 è fatto riferimento al procedimento penale per le violazioni commesse nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001.
Rapporto al Governo italiano sulla visita in Italia effettuata dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e di trattamenti o pene inumani o degradanti (CPT) dal 14 al 18 giugno 2010, CPT/Inf (2013) 30, 19 novembre 2013; Sentenza della Corte di cassazione, V sez. pen., 14 giugno 2013, n. 37088