Nel procedimento penale relativo alla morte di Stefano Cucchi, la terza Corte d’assise di Roma ha assolto gli agenti di polizia penitenziaria accusati di averlo percosso mentre era in stato di custodia temporanea in attesa di convalida dell’arresto, non ritenendo provato il reato di lesioni personali aggravate da abuso di potere. La Corte ha invece condannato per omicidio colposo i medici e i responsabili della struttura penitenziaria dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma che avevano omesso le cure e l’assistenza necessarie nei confronti del detenuto. La Corte ha rilevato (p. 158 della sentenza) che la garanzia costituzionale del diritto alla salute assume significativa rilevanza in ambito penitenziario, anche ai fini della funzione rieducativa della pena, e ha richiamato (p. 159) il divieto di tortura e altri trattamenti inumani in base alla CEDU e le “Regole minime sul trattamento dei detenuti” adottate dal Consiglio d’Europa nel 1987.