Sentenza della Corte europea dei diritti umani, II sez., 16 settembre 2014, X e Y c. Italia (ricorso n. 41146/14)

Inammissibile, per il mancato esperimento dei rimedi interni, il ricorso presentato dai genitori genetici di gemelli nati in seguito a uno scambio di embrioni avvenuto all’Ospedale Pertini di Roma. Invocando l’art. 8 della CEDU, i ricorrenti lamentavano la violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare poiché i loro embrioni erano stati erroneamente impiantati nell’utero di un’altra donna. Secondo la Corte, i ricorrenti avrebbero potuto chiedere un risarcimento per i danni subiti a causa della negligenza medica, oppure avrebbero potuto chiedere l’accertamento della responsabilità penale del personale sanitario che aveva commesso l’errore. Anche l’ordinanza del Tribunale di Roma, ex art. 700 c.p.c., che rigettava la richiesta dei ricorrenti di essere dichiarati genitori dei gemelli o, in subordine, che gli stessi fossero affidati ad una struttura protetta, era soggetta ad appello. Inoltre, contro il rifiuto dell’Ospedale di rivelare l’identità dell’altra coppia coinvolta nello scambio, i ricorrenti avrebbero potuto svolgere una regolare istanza di accesso agli atti e, in caso di un eventuale silenzio dell’amministrazione, i ricorrenti avrebbero potuto presentare un ricorso al TAR.