Sentenza della Corte di cassazione, VI sez. pen., 17 luglio 2014, n. 43170

La Corte di cassazione ha accolto il ricorso avverso l’estradizione in Argentina di Carlos Luis Malatto, cittadino argentino (avente anche la cittadinanza italiana) accusato di omicidio, tortura e sequestri di persona commessi dal 1975 al 1977, durante la dittatura di Videla. La Corte d’appello dell’Aquila aveva qualificato tali condotte come ‘crimini contro l’umanità’ in base allo Statuto della Corte penale internazionale, specificando che tali delitti sono imprescrittibili nell’ordinamento italiano in quanto punibili con la pena dell’ergastolo, oppure per effetto dei principi consuetudinari di diritto internazionale a cui l’ordinamento italiano si conforma (art. 10 Cost.). La Suprema Corte ha accolto il ricorso perché dalla documentazione trasmessa dalla Repubblica argentina non risultavano gravi indizi circa la partecipazione dell’estradando ai crimini menzionati. La Corte ha ritenuto che la sussistenza di gravi indizi sia una condizione necessaria per concedere l’estradizione anche in assenza di una previsione espressa in tal senso nella Convenzione di estradizione del 1957 tra Italia e Argentina.