Sentenza della Corte di cassazione, V sez. pen., 13 luglio 2017, n. 50189

La Corte di cassazione ha confermato il rigetto dell’appello contro l’applicazione di misure cautelari proposto da alcuni stranieri accusati di partecipazione ad associazione terroristica ex art. 270 bis c.p. Confermando criteri interpretativi consolidati nella propria giurisprudenza, la Corte ha evidenziato come, nel caso delle cellule jihadiste, il reato di ‘partecipazione’ pur non potendo consistere in un mero atteggiamento psicologico, si manifesta in forme fluide e “per adesione”, ferma restando la necessità di verificare la concreta possibilità d’azione e l’effettiva offensività, come per tutti i reati di pericolo presunto. Nel caso, le attività preliminari svolte dagli indagati (propaganda, proselitismo, addestramento e auto-addestramento) erano più che sufficienti a integrare la fattispecie, dimostrando sia la creazione di una ‘cellula’ terroristica in Italia sia la partecipazione non solo ideologica di questa al c.d. Stato Islamico.