In un caso riguardante il sequestro di una nave e l’arresto in flagranza dell’equipaggio per reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina avvenuti in alto mare, la Cassazione ha affermato che le autorità italiane possono esercitare tali poteri coercitivi in acque internazionali se la nave non è riconducibile alla giurisdizione di alcuno Stato straniero, se le persone a bordo hanno violato la legislazione italiana e se nei confronti di queste sussiste la giurisdizione italiana in base ai criteri di competenza stabiliti nell’ordinamento interno in conformità alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e al Protocollo contro il traffico di migranti addizionale alla Convenzione sulla criminalità organizzata transnazionale. Richiamando anche la sentenza della Corte europea dei diritti umani nel caso Hirsi Jamaa, la Cassazione ha rilevato che una tale azione si configura altresì come comportamento dovuto, sotto il profilo del soccorso in mare ai migranti vittime di traffico.
Sentenza della Corte europea dei diritti umani, Grande Camera, 23 febbraio 2012, Hirsi Jamaa e altri c. Italia