In relazione all’istituto della detenzione domiciliare e del differimento della pena, la Corte di cassazione ha ribadito in questa sentenza alcuni criteri per il bilanciamento tra esigenze di sicurezza della collettività e limiti imposti alla pena in ragione delle condizioni di salute e dell’età avanzata del condannato. Indipendentemente dalla compatibilità di tali condizioni con le possibilità di assistenza e cura offerte dal sistema carcerario, il giudice deve tenere conto anche dell’esigenza di non ledere diritti fondamentali costituzionalmente tutelati, quali il diritto alla salute e il divieto di trattamenti contrari al senso di umanità.