La risposta del governo italiano si concentra sulle questioni principali rilevate nel rapporto presentato dal Comitato, in seguito alla sua visita in Italia nel 2016. Sul reato di tortura introdotto dalla l. n. 110/2017, si sottolinea che la sua configurazione di reato comune ha l’obiettivo di sanzionare non solo i pubblici ufficiali, ma anche altri individui, ampliando la portata delle norme applicabili. Con riferimento ai maltrattamenti commessi dalle forze dell’ordine, si mette in luce che l’ordinamento giuridico italiano e la giurisprudenza della Corte di cassazione indicano che il reato di lesioni personali volontarie aggravato dal ruolo di pubblico ufficiale, è perseguibile d’ufficio e non su denuncia. Infine, sul tema delle condizioni delle carceri, il governo ha annunciato l’avvio di iniziative per far fronte al sovraffollamento, quali la gestione delle carceri mediante il software Applicativo Spazi Detentivi (ASD) e l’applicazione di misure alternative alla detenzione per i detenuti sottoposti a condanne brevi.
Comitato europeo per la prevenzione della tortura e trattamenti o pene inumani o degradanti (CPT), Rapporto a seguito della visita in Italia dall’ 8 al 21 aprile 2016. Italia, CPT/Inf (2017) 23, 8 settembre 2017; Legge 14 luglio 2017, n. 110, Introduzione del delitto di tortura nell’ordinamento italiano