Le valutazioni del GRECO si sono concentrate sulla prevenzione della corruzione con riguardo a tre specifiche figure: i membri del Parlamento, i giudici e i pubblici ministeri. Rispetto ai primi, il Rapporto ha evidenziato la scarsa efficacia delle norme che disciplinano il conflitto di interessi, raccomandando l’adozione di norme chiare in materia, nonché la sistematizzazione del regime di ineleggibilità e di incompatibilità, attualmente disseminato in vari strumenti normativi. Per quanto attiene il sistema giudiziario, è stata ravvisata la necessità di tracciare una linea più rigorosa fra le funzioni giudiziarie e la partecipazione alla vita politica. L’attuale sistema giuridico italiano, infatti, pur stabilendo l’ineleggibilità dei giudici nei territori in cui svolgono le proprie funzioni giudiziarie, non prevede restrizioni in merito alla loro nomina diretta ai pubblici uffici nelle amministrazioni locali. Con riferimento ai pubblici ministeri, le decisioni sull’assegnazione dei casi e i meccanismi per la risoluzione di possibili conflitti di interesse dovrebbero essere soggetti a criteri rigorosi e prestabiliti. Il GRECO raccomanda, quindi, la regolamentazione della partecipazione dei magistrati alla vita politica e l’introduzione di un sistema periodico di valutazione dei membri del sistema giudiziario, al fine di garantirne la trasparenza e l’etica professionale.