Il relativismo è una posizione filosofica che nega l'esistenza di verità assolute, o mette criticamente in discussione la possibilità di giungere a una loro definizione assoluta e definitiva. La cosiddetta teologia dialettica, in cui si esprime questo indirizzo teologico a partire da Karl Barth, si premura di sottolineare che ci si può riferire a Dio solo «dialetticamente», cioè per contrapposizione, ossia unicamente riconoscendo l'insanabile contrasto esistente tra Lui e il mondo, per via dell'abissale alterità che sussiste tra queste due dimensioni. Questo modo di intendere la dialettica fu contestato in particolare dall'ultimo Schelling, secondo cui Hegel scambiava per oggettivo ciò che invece è soggettivo: è la nostra percezione degli oggetti a scaturire dalla loro differenza e diversità, non gli oggetti stessi. Pur non dando mai una definizione precisa di dialettica, si può dire che per Platone essa è al contempo un processo di "unificazione e moltiplicazione":[8] da un lato la dialettica sale verso l'unità delle idee, dall'altro scende a definire e suddividere il molteplice, secondo un metodo dicotomico. Popper respinse le accuse di essere un «positivista», sostenendo anzi di tenere in grande considerazione le contraddizioni e la loro portata negativa, ma contestava il fatto che tali contraddizioni possano essere accolte e accettate come un dato di fatto, cioè come immanenti alla storia, mentre in realtà dovrebbero servire a testimoniare l'incoerenza di una teoria e a falsificarla. Non si può infatti avere coscienza del bianco senza conoscere il nero. La scienza è fallibile perché la scienza è umana.», «La società aperta è aperta a più valori, a più visioni del mondo filosofiche e a più fedi religiose, ad una molteplicità di proposte per la soluzione di problemi concreti e alla maggior quantità di critica. È ben noto il fatto che Socrate non abbia lasciato alcuno scritto; la maggior parte della nostra conoscenza su di lui e sui suoi insegnamenti proviene dai suoi allievi, tra cui Platone e Senofonte. [42], Diverso dall'esistenzialismo di Heidegger è quello di Jean-Paul Sartre, filosofo di orientamento ateo e marxista, la cui Critica della ragione dialettica segna la sua adesione comunismo, pur non essendo allineata alla dottrina sovietica. Come già per i neoplatonici, la dialettica rimane però solo un mezzo, con cui il pensiero mira a ritornare alla propria origine annullandosi. Per quanti tentativi uno faccia, non si può mai negare del tutto l'esistenza di una verità assoluta, verità che si manifesta proprio nella scoperta della relatività del mondo delle apparenze. Nel dibattito se esista o meno una verità sull'uomo, si gioca quella costruzione che ha come fondamento oggettivo quei diritti umani inviolabili che sono alla base del moderno stato di diritto. Con Hegel infine si è avuto il culmine di quel modo di pensare che di fatto ha estromesso l'ontologia dalla filosofia, sancendo il primato definitivo della metafisica e del "sistema". Con Hegel infine la dialettica si trasformò da strumento filosofico nel fine stesso della filosofia. Hegel e Marx invece, e così i loro epigoni come lo stesso Adorno, sostenendo che la realtà è intimamente contraddittoria, si sono sottratti ad ogni logica e quindi, al rischio stesso di poter essere confutati dai fatti.[48]. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 17 dic 2020 alle 10:58. [13] La Chiesa accusa invece gli organi internazionali di diffondere tra le popolazioni una morale relativista[14] e per questo si concentra sull'inculturazione, cercando di mediare la visione etica delle "verità" rivelate con le tradizioni locali. Cercando di conciliare l'ontologia dei valori con il prospettivismo solidaristico dell'etica, egli cita una leggenda indiana: a un gruppo di saggi ciechi venne chiesto di descrivere l'elefante che avevano di fronte, al che ognuno di loro lo descrisse in modo completamente diverso a seconda della parte che era riuscito a toccare. Adorno, Popper, Dahrendorf, Habermas, Albert, Pilot, L'arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi, Sull'importanza della riforma della dialettica idealista di matrice hegeliana in Gentile, si veda quest'intervista a Gennaro Sasso, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Dialettica&oldid=117320405, P1417 multipla letta da Wikidata senza qualificatore, Voci non biografiche con codici di controllo di autoritÃ, Беларуская (тарашкевіца)‎, Srpskohrvatski / српскохрватски, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Nella sua seconda considerazione inattuale Nietzsche fa esplicito riferimento alla filosofia hegeliana, imputandole la responsabilità di quella "idolatria del fatto", tanto diffusa nella cultura tedesca, che nel tentativo di categorizzare e insieme giustificare il processo storico annienta la forza vitale propria di ogni uomo, e in particolare la sua volontà di potenza che sola può guidarne le azioni. Come in Zenone, la dialettica non fa cogliere di per sé la verità, ma consente semmai di procedere alla confutazione degli errori e dei paradossi facendo uso della logica di non contraddizione. Di tenore diverso furono le critiche di Marx,[36] che anzi applicò la dialettica hegeliana alla Storia affermando che questa scaturisce dalla lotta dinamica fra gli opposti. Esse sono pur sempre un limite, rappresentano un elemento negativo, a cui è chiamata a fare da contraltare una filosofia positiva. L'attenzione si sposta dunque dall'universale al cosiddetto «particulare». [44] La realtà dell'uomo è invece quella di essere un per sè, proiettato al di là di se stesso, alla ricerca di un valore fondante che tuttavia non può trovare, essendo egli un Dio mancato. Recentemente, alcuni pensatori post-sartriani come Lucièn Sève, Jean-Marie Brohm, hanno rimesso in auge la dialettica ma in maniera filosofica nello stretto quadro dell'azione umana, la prassi, rigettando la dialettica della natura positivista e l'esistenza di leggi scientifiche determinate naturalmente ed esistenti al di fuori dell'azione umana. Per fortuna ci siamo noi, qui per soccorrerti in caso di necessità, e oggi ti proponiamo un saggio breve svolto su un argomento complesso: la Libertà collettiva e … Per il pensiero di O. Spengler si veda quanto detto sopra. Agostino d'Ippona diceva in proposito che chi sostiene l'impossibilità di ogni certezza è destinato a contraddirsi, perché non volendo dà sempre per scontata una certezza, ossia la certezza che non vi sono certezze. In tal modo la verità (assunta come il polo positivo) diventa definibile tramite il suo negativo, ovvero la falsità. Marx si dichiarò sempre allievo di Hegel. SAGGIO BREVE SULLA LIBERTÀ COLLETTIVA E INDIVIDUALE. Hegel infatti concepiva l'essere (ossia la verità) a posteriori, come immanente o conseguente la razionalità conoscitiva: la contrapposizione logica esistente tra un concetto ed il suo contrario, anziché essere ricondotta ad un'unità originaria, per Hegel precede la loro esistenza, ne diventa la condizione ontologica. In Europa se ne riconosce la prima comparsa all'interno della sofistica greca; in seguito posizioni relativiste furono espresse dallo scetticismo antico e moderno, dal criticismo, dall'empirismo e dal pragmatismo. Precursore della Scolastica, fu uno dei più importanti e famosi filosofi e … Le posizioni contro il relativismo sono sancite nella costituzione Gaudium et Spes, in alcune encicliche di papa Giovanni Paolo II (tra cui Fides et Ratio e Veritatis Splendor), e in alcune note dottrinali della Congregazione per la dottrina della fede dove si legge: «[il] relativismo culturale [..] offre evidenti segni di sé nella teorizzazione e difesa del pluralismo etico che sancisce la decadenza e la dissoluzione della ragione e dei principi della legge morale naturale. Le riflessioni sviluppate da Karl Popper sulla cosiddetta società aperta hanno spinto alcuni pensatori, sebbene in disaccordo con le conclusioni dello stesso Popper, a ritenere che una società democratica, libera e aperta, debba essere legata al relativismo inteso come rifiuto di ogni verità ritenuta assoluta: la pretesa di essere a conoscenza di una verità condurrebbe alla società chiusa e autoritaria. Socrate gli rinfaccia che gli dei sono litigiosi, e che i loro litigi, come quelli umani, riguardano gli oggetti di amore ed odio. È come un edificio costruito su palafitte» (K. Popper, Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica. [7], Nella visione cattolica il relativismo culturale è ritenuto inaccettabile quando diventa relativismo etico e mette in dubbio le verità rivelate che sono oggetto della fede cattolica. Mentre quest'ultima studia la deduzione che parte da premesse vere per giungere a conclusioni logicamente fondate (dimostrazione), la dialettica ha per oggetto i ragionamenti che si riferiscono ad opinioni probabili. Secondo Scheler il fatto che i valori non siano dati in modo apodittico e non possano essere esauriti da un unico punto di vista, non dimostra necessariamente che siano frutto di convenzioni e siano privi di basi ontologiche. Anche se va detto che nella «guerra» al … Con Friedrich Engels in particolare, il metodo dialettico hegeliano che Marx aveva inteso rimettere "con i piedi per terra", trasformandolo in uno strumento di lotta sociale e rivoluzionaria, trova un ulteriore campo di applicazione con la Dialettica della natura, da Engels enunciata ed elaborata ulteriormente nei suoi ultimi anni di vita. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 16 feb 2021 alle 16:49. La variazione dei nati nel 2020 rispetto al 2019 interessa anche la città di Bari che a livello nazionale ottiene il dato peggiore: la caduta dei concepimenti si attesta a quasi -16%, seguita da Taranto al secondo posto (-12%) e Modena (-10%). Essa consiste nell'interazione tra due tesi o princìpi contrapposti (simbolicamente rappresentati nei dialoghi platonici da due personaggi reali) ed è usata come strumento di indagine della verità. [47], Se intesa in tal senso, la dialettica può servire come chiave di comprensione delle contraddittorie dinamiche sociali che sono oggetto di studio della sociologia, disciplina che Adorno tendeva a distinguere dalle scienze naturali per via della diversità del metodo adottato, il quale consisterebbe appunto in quello «dialettico» per la prima, e nella logica deduttiva per le seconde. All'inizio del XX secolo un'importante critica al relativismo è stata sviluppata da Max Scheler nel Formalismus (1913-1916). Rifiutando il tentativo di Machiavelli di sintetizzare la realtà tramite principi unici ed assoluti, il fiorentino, infatti, si sofferma sulla pluralità delle cose. Non esiste nessuna giustificazione, compresa, beninteso, nessuna giustificazione definitiva di una confutazione. [4] Eutifrone risponde che pio è ciò che è amato dagli Dei. Giusto sarà ciò che appare tale alla maggioranza, ciò che giova alla città (secondo il criterio dell'utile) ed ottiene il consenso più ampio possibile dei cittadini. Secondo Aristotele, le premesse su cui i suoi predecessori ragionavano erano principalmente le opinioni, emerse ed analizzate col metodo del dialogo;[10] ed è a tal proposito che egli distingue la dialettica dall'analitica (cioè dalla logica). Nel corso dei secoli i filosofi hanno cercato di dare una risposta alle grandi domande che oggi appaiono più che mai attuali: come dovrebbe essere il governo ideale, in che cosa consistono la libertà e la giustizia, qual è il senso della vita, il bene e il male, conoscere il mondo… Più giustamente si potrebbe dire: "tutto è lecito all'interno della morale sociale". Alcuni autori che hanno scritto trattati sulla Dialettica: La scolastica: dialettica come arte liberale, Le critiche di Schelling, Kierkegaard, Nietzsche, Elenco per autori dei testi dedicati al metodo dialettico, Zenone di Elea sarebbe stato pertanto annoverato da Aristotele come l'iniziatore della dialettica, stando alla testimonianza di, «Socrate, quando voleva risolvere una questione, procedeva discutendo sulla base di principi da tutti gli uditori concordemente accettati (anche se da Socrate eventualmente non condivisi) e da essi partiva per trarre le sue conclusioni. Pietro Abelardo (in latino: Petrus Abaelardus; in francese: Pierre Abélard; Le Pallet, 1079 – Chalon-sur-Saône, 21 aprile 1142) è stato un filosofo, teologo e compositore francese, talvolta chiamato anche Pietro Palatino a seguito della latinizzazione del nome della sua città di origine. Il 18 aprile 2005 l'allora cardinale Ratzinger affermava in un'omelia sul relativismo: «Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. [34], Anche Kierkegaard obiettò che la dialettica hegeliana riconciliava illusoriamente le contraddizioni della realtà nel momento della sintesi. In effetti, nel pensiero di Popper e della corrente che sviluppa la sua filosofia, «tutta la conoscenza rimane fallibile, congetturale. La società aperta è aperta al maggior numero possibile di idee e ideali differenti, e magari contrastanti. Agli occhi dei relativisti, invece, sostenere che l'inesistenza di una verità assoluta corrisponda ad affermare che "tutto è lecito" apparirebbe una posizione semplicistica: secondo costoro, la liceità o meno di un'azione sarebbe infatti regolata dai rapporti dei singoli tra loro (etica) e dei singoli con se stessi (morale). Socrate poi conclude che, se la definizione di pietà data da Eutifrone fosse vera, allora dovrebbe esistere almeno un oggetto che è allo stesso tempo sia pio che empio (giacché è amato da alcuni Dei, ma odiato da altri) - il che, ammette Eutifrone, è assurdo. L'etimologia deriva dai termini della lingua greca antica dià-legein (cioè «parlare attraverso», ma anche «raccogliere») + tèchne, ovvero "arte" del dialogare, e del riunire insieme. Tali idee sostengono ad esempio l'opportunità di un riesame degli atteggiamenti nei confronti dei paesi del Terzo Mondo, richiedendo maggior cautela negli interventi e criticando la tendenza coloniale e post-coloniale ad imporre anche un sistema culturale mediante l'intervento umanitario, gli aiuti per lo sviluppo economico e/o la cooperazione internazionale (vedi inculturazione). Altri popperiani, tra cui il professor Marcello Pera, obiettano ancora che le libertà civili e politiche, lungi dall'essere fondate sulla relatività delle nostre conoscenze, debbano ricondursi alla dignità intrinseca della persona umana, che permane quale che sia la verità o non verità delle idee e delle convinzioni di ciascuno e che assicura a tutti il diritto di far valere tali idee e convinzioni in ambito sociale e politico: «Non c'è bisogno per fondare la democrazia di rifarsi al relativismo etico: basta invece riferirsi alla dignità della persona.». La mano destra è allungata verso la coppa di cicuta che gli viene porta, ma non l'ha ancora raggiunta: questo gesto sottolinea l'indifferenza alla morte di Socrate, che impegnato in un'esortazione alla virtus, alla libertà e all'autodominio non bada affatto alla coppa di veleno. La dialettica in Kant rappresenta lo studio e la critica di questa illusione naturale ed inevitabile. Ad esempio bianco e nero rimangono termini contrapposti e molteplici sul piano sensibile; tuttavia, è solo cogliendo questa differenza di termini che si può risalire al loro fondamento e comune denominatore, cioè l'Idea di Colore. Noi, invece, abbiamo un'altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. La Chiesa afferma di rispettare le culture diverse dalla propria per le quali, oggi, propone una missionarietà che parte dal valorizzare i valori propri di ogni popolo ed etnia, purché non permetta comportamenti disapprovati dalla Chiesa. Proprio questa gerarchia permette la conoscenza, perché è il raffronto dialettico tra realtà di diverso livello, tra ciò che sta in alto (essere) e ciò che sta in basso (non essere) a rendere possibile il sapere. Così anche il mondo sensibile e fenomenico, pur antitetico a quello intelligibile, è visto come suo "nunzio", e la materia, nella quale risiede la possibilità del male, non è condannata da Plotino come negatività assoluta; infatti, «il male esiste necessariamente, essendo necessario un contrario al Bene». [16] È proprio tramite lo sviamento e l'errore che è possibile delimitare la verità; ad esempio dell'Uno va detto «quello che Egli non è, ma non diciamo quello che è. In caso contrario la situazione dell'uomo, nello squilibrio tra capacità materiale e mancanza di giudizio del cuore, diventa una minaccia per lui e per il creato.». Teoria formulata, a partire dal particolarismo storico di Franz Boas, dall'antropologo statunitense Melville Jean Herskovits (1895 - 1963) secondo il quale, considerato il carattere universale della cultura e la specificità di ogni ambito culturale, ogni società è unica e diversa da tutte le altre, mentre i costumi hanno sempre una giustificazione nel loro contesto specifico. Secondo Schopenhauer è più importante vincere la battaglia verbale, specie davanti ad un pubblico, piuttosto che dimostrare di aver ragione. Partendo in ordine cronologico dallo stadio Ciutat di Valencia, in cui Levante e Granada si sono divise la … [18] Ciò nonostante, il Dio plotiniano non perde la sua unità, perché resta al di sopra di tutto: nell'Uno infatti sono presenti in forma unita e indissolubile quegli elementi intelligibili del cosmo che esplicandosi nella realtà materiale giungono poi a separarsi tra loro.