Tutti i lavori. Responsabile amministrativo. Il Martirio di santa Lucia del modesto pittore locale Paolo Tirelli, gi� in San Francesco, denota il ristagno su posizioni di stanca drammaturgia tardobarocca, magniloquente ma sfuocata nel tratto. Chiude a Correggio il filone accademico-romantico il Battesimo di Cristo, dipinto nella cappella del Fonte battesimale nel 1897 da Fermo Forti, pittore carpigiano, opera assai riuscita per l'ambientazione paesaggistica scenografica e profonda sui modelli del Muzzioli. Una tale continuit� col naturale e del naturale, soprattutto un rifinito cos� palese dalla forma proporzionale, statuaria, dalla piega ritmica, vogliono dire che il Correggio � convertito a una differente filosofia, quella plotinica che nel settentrione aveva avuto Leonardo forse come maggiore esponente" (A.C. Quintavalle). 2 poi curioso che il prestito venga esteso alle carrozze con tiro a sei per occasioni importanti quali il passaggio per Modena della contessa di Parma. Queste ultime citt� sembrano essere invece il punto di riferimento per il vicino feudo di San Martino in Rio, detenuto da un ramo degli Este, come dimostra la bella tavola dell'altare maggiore della chiesa parrocchiale raffigurante San Martino e il povero, databile entro il Cinquecento inoltrato, ma intrisa ancora di quella nodosit� arcaica propria degli esemplari del reggiano Nicol� Patarazzi. Nell'ultimo eranvi due statue, la Fede e la Speranza di buona maniera, che furono levate; e negli altri trovansi ancora altre tre bellissime statue di stucco che rappresentano S. Antonio da Padova, S. Francesco d'Assisi e la B. Vergine della Concezione della pregevole mano di Angelo Pi� di Bologna. "Come � stato chiaramente rilevato dal primo storico della Camera di S. Paolo, il dotto padre Ireneo Aff�, � alla luce di questa lunga lotta per l'indipendenza amministrativa, sociale e spirituale che si debbono interpretare le decorazioni pittoriche e le epigrafi presenti negli appartamenti di Giovanna da Piacenza. Andrea Mantegna 1431-1506, La vergine della Vittoria 1496. La data 1508 figura nel fregio della sala del Camino al piano nobile del palazzo, sotto un soffitto a cassettoni dipinto con decori a figure grottesche su fondo scuro. Come � noto l'artista soggiorn� a Modena esattamente alla met� del Seicento, impegnato ad affrescare la parte absidale della chiesa di San Biagio e la cappella delle reliquie in duomo. Certamente i due motivi, quello "lombardo" e quello "romano", si intrecciano costantemente in tutta la pittura emiliana proprio a cominciare dalla "modernit�" del Correggio: la convivenza, pi� volte sottolineata, del naturalismo e dell'ideale classico, del sentimento e della poetica statuaria, della fisicit� e dell'ordine antico, spesso anche in dissonante equilibrio, ci appaiono proprio il filo conduttore della storia figurativa del luogo fino al tardo Seicento per quel confluire insieme di popolare e di colto, di immediato e di illustre. Lutz Heusinger, Michelangelo, in I protagonisti dell'arte italiana, Scala Group, Firenze 2001. Si veda a tale proposito La Visione di Soriano, nella chiesa di San Giuseppe Patriarca: essa dipende, al di l� della distribuzione iconografica tradizionale del soggetto, dal dipinto che Francesco Stringa dipinse per la chiesa del Rosario di Finale Emilia. Correggio ART HOME. Nell'immagine convenzionale del Rinascimento poco spazio viene solitamente riservato ai … Secondo il, La prima opera di Michelangelo finisce a un museo del Texas. Pu� ritenersi questa un'ulteriore traccia per l'aggancio con l'area figurativa estense entro la prima quindicina di anni del Cinquecento, quando si � gi� fortificata la personalit� di Garofalo sugli esempi del Mantegna e il leonardismo ha condizionato in facciata Domenico Panetti e lo stesso Bonaccioli. Il compartimento dei lacunari del soffitto e quello delle decorazioni, per restare nello stesso ambito tipologico, rimandano alle versioni ferraresi dei soffitti del piano nobile del Palazzo di Lodovico il Moro. 141. 2 indubbiamente uno degli interrogativi che pi� stuzzicano la curiosit� degli studiosi, fino ad oggi bloccata di fronte alla rarit� dei reperti e al quasi totale deserto di informazioni archivistiche sulla reale entit� di quelle collezioni d'arte di tradizionale memoria. E fenomeni di contrasto o di sopravvivenza infondono anche al tempo stesso le arti letterarie, intrise di particolarismo quando non permeate di vernacolo locale. Alberto Ghidini cos� sintetizza la situazione di questa signoria nel periodo della Rinascenza, non senza puntualizzare lo stato di relativa autonomia data da un miglioramento della situazione economica fondata sull'aumento della produzione agricola. Ripetutamente vincitore del famoso premio curlandese all'Accademia di Bologna e ammirato copista del Guercino e del Domenichino, egli soggiorna stabilmente nella nativa Correggio dal 1840. A Spilamberto l'altare maggiore e il presbiterio. Nelle opere ormai indiscutibilmente a lui attribuite (il monumentale frontale del Rosario con i Misteri, eseguito per la chiesa di San Domenico, segna il punto di massima evoluzione della sua attivit�) � facile cogliere i caratteri peculiari della pittura mediopadana dell'epoca, nella quale Antonio Allegri si rivela componente primaria e preponderante rispetto ad altre. Inventaire de la collection du Département des estampes et de la photographie, Paris 1999 (Bibliothèque nationale de France) lanzi 1809, ed. L'affresco, ora staccato, stava risaputamente in San Quirino vecchia di Correggio; venne trasferito dapprima a massello nella chiesa della Misericordia, per passare nel gennaio del 1787 nel Palazzo Ducale di Modena, dove venne sottoposto a trasporto su tela nel 1845. E proprio sul versante della scultura Correggio annovera nel Novecento la sua artista pi� importante: Carmela Adani, educata all'Accademia di Firenze sotto l'insegnamento del Graziosi e attiva nel suo laboratorio. Tra i correggesi autentici, gravitanti sul polo modenese, occorre menzionare Giovanni Giaroli, fautore di una pittura accademica con propensione al ritratto, e poi ancora Luigi Asioli, nipote dell'incisore Rosaspina per parte di madre, figlio d'arte e come gli artisti dell'epoca educato all'Accademia. committenza religiosa, aspetto che si far� preponderante durante il soggiorno parmense. Una molteplicit� di esperienze artistiche sta alla base della invenzione correggesca: il mondo classico � evocato e dispiegato vittoriosamente in un paradiso edonistico di trepide bellezze, animate per� ancora dalla linfa della naturalezza lombarda e cariche di emozioni profonde. Proprio dalla celebre coppia di artisti parmensi trae linfa quella variante della "maniera" che conquist� le piccole corti e i castelli lungo la via Emilia o sparsi nei centri della pianura, nella aspirazione costante di una preziosit� aristocratica tratta dalla fusione fra la variante lombarda e quella toscoromana quale espressione di grandi valori universali, calati per� entro la sensualit� naturale. L'ipotesi � confermata dallo stile delle sue pitture rinvenute a Reggio Emilia, a decoro di palazzi e chiese. Dalle prime opere, dove � vivissimo il ricordo del Costa e del Francia, e naturalmente del Raffaello piacentino della Madonna di San Sisto nella struttura compositiva e nell'incentrato psicologismo ingentilito delle figure, l'impresa che lo rivela come decoratore frescante �, verso il 1519, la camera della Badessa nel convento di San Paolo a Parma. 2 ormai superfluo raccontare come i primi trent'anni del Cinquecento vedano attuarsi nella pianura padana un confronto fra l'imponente linguaggio tardoromano, di valenza universale, e le tante versioni della cultura "naturalistica" lombarda, ciascuna in rapporto dialettico con la capitale e in ricambio costante con Venezia. Non � possibile infatti trarre nessuna discendenza diretta e immediata dal suo genio, poich� egli non lasci� immediate eredit� tangibili: eppure a lui hanno fatto riferimento i prototipi e i modelli di intere ininterrotte generazioni, nell'obbligo per critici e artisti del viaggio a Parma, da Barocci ad Annibale Carracci, da Stendhal a Diekens, da Rubens a Reynolds fino a Ruskin, a Canova, a Mengs. Dello stesso artista sarebbero stati anche sei candelieri d'argento (probabilmente sul modello della croce), oggi scomparsi dalla collegiata. Il dipinto ("assolutamente uno de' pi� bei quadri che siano in Italia") rimase comunque a Modena dove � citato negli inventari ducali fino a quello di padre Ercole Gherardi, redatto nel 1744. Di una attivit� novellarese dell'Allegri, fra il 1514 e il 1518, parla poi il Davolio a proposito di una schiera di giovani pittori fra i quali il nostro, impegnato a dipingere nelle "camere del Torrione vecchio", all'epoca riadattate in nuovi locali. Le tre operette in questione, caratterizzate da grosse volumetrie, l'Educazione della Vergine, la Fuga in Egitto, la Madonna delle Rose (forse parte di una serie pi� numerosa di quadretti dedicati alla Vergine), denotano uno sfondo crespiano accresciuto dalla fragranza dei personaggi e degli attributi descritti puntigliosamente con virtuosismi lineari e cromatici, per spezzature di campiture, come � tipica del suo fare maturo. Il risultato � quello di un contrasto altamente drammatico fra fondo e figura femminile, senza retorica di sorta. Ferrara. Potrebbe fissarsi intorno al 1522 o sul finire degli stessi anni trenta, fra i soggiorni parmensi, la esecuzione del perduto Trittico dell'umanit� di Cristo per la chiesa correggese di Santa Maria della Misericordia. La Madonna in gloria con il Bambino e i santi Cecilia e Girolamo, gi� attribuita erroneamente ad Innocenzo da Imola e un tempo nella chiesa di San Giuseppe Patriarca, sembra essere l'opera cronologicamente pi� vicina al Correggio giunta fino a noi. Del 1922 � invece il Monumento ai Caduti di Leonardo Bistolfi. Domenico Ghirlandaio (1445-1494). Mantova. Prima di passare a Parma, intorno al 1761, la sua attivit� aveva gi� toccato quasi tutti i centri della pianura lasciando, tanto nei lavori di pittura quanto in quelli in cera e terracotta, una testimonianza di immediatezza e di sincera devozione, dove la apparente espressivit� e ricercatezza di talune grandi composizioni sono da ricondurre al suo spirito ben radicato di creatore di valori umili della vita quotidiana. Raffaello Sanzio da Urbino ( italiano: [raffaɛllo santsjo da Urbino] , 28 marzo o 6 aprile 1483 - 6 aprile 1520), conosciuto come Raffaello , è stato un pittore italiano e l'architetto del Rinascimento . Nato presumibilmente intorno al 1515 Van der Coelen 1995, p. 120. e morto nel 1555, Bos, originario di ‘s-Hertogenbosch, si trasferisce ad Anversa intorno al 1537, anno della sua prima opera datata, La Prudenza e la Giustizia, Cornelis Bos, La Prudenza e la Giustizia, Amsterdam, Rijksmuseum, Rijksprentenkabinett, inv. Nella nota è riportata la data 6 marzo 1474, la mattina «inanzi di 4 o 5 ore». Ermetismo ed etica classico-cristiana, lotta e furore, ma anche rivincita e fato, sono i temi simbolici delle immagini parmensi, insistenti nel Correggio fino alla esplosione della forma quando le committenze entrano in un giro pubblico di grande fama tanto da portarlo lontano dalla religiosit� silenziosa e interiore che lo aveva indotto a lavorare in giovent�. Verona. Sembra corretto attribuire al maestro correggese anche la Visitazione della collegiata dei Santi Michele e Quirino, essenziale e nobilissima nella riproposta iconografica di sapore "incamminato" delle due dame. Il favore espresso verso la rappresentazione dei grandi attraverso la pittura storico-encomiastica � un dato parallelo alla fortuna della stampa d'arte, tratta dai capolavori museali acquisiti; conoscenza selezionata dei capolavori e divulgazione degli archetipi della cultura figurativa a favore di una idea del vivere e di una gloria passata che dovevano fungere da modello civile per la comunit� dei cittadini, producono nel corso dell'Ottocento opere monumentali atte a costruire delle gerarchie artistiche: atlanti o serie che siano. Secondo i documenti resi noti dal Rombaldi, Siro da Correggio detenne nel 1606 una raccolta di ventiquattro arazzi che dovevano ornare le pareti delle sale del Palazzo dei Principi. Figlio naturale del ricco gentiluomo … Isabella Gualandi rimase orfana di padre ad un anno d’età e restò sempre presso la corte aragonese. Al centro della cupola si impone l'apparizione di Cristo in un gorgo fluttuante di nubi luminose, mentre intorno ruota la teoria degli Apostoli che rimandano imperiosamente all'universo delle Stanze Vaticane e della volta della Cappella Sistina. Della fortuna del dipinto attesta la copia eseguita dal Capretti per la chiesa delle Cappuccine. I documenti che attestano la sua attivit� di artista o le carte inerenti la vita di famiglia e gli impegni sociali (dettagliatamente riportate in numerose pubblicazioni anche recenti), consentono di evidenziare un uomo con inclinazioni a rispondere alla 2. Lo stesso immaginario elegiaco e sublimante, non scevro da toni graziosamente erotici e sentimentali, � sotteso ad opere sacre e profane dipinte fra il 1524 e il 1534; dalla Adorazione dei Pastori di Dresda, la celebre Notte amata dal Reni, e dall'orchestratissima Madonna di San Gerolamo (Parma, Galleria Nazionale) fino alle serie degli Amori di Giove eseguiti per il duca di Mantova, preludio alle forme piene e sensualissime di Rubens. Ma il caso pi� interessante � sicuramente rappresentato dalla croce astile di Giovan Maria Piamontesi, datata 1612, realizzata in argento a sbalzo, cesello e bulino con parti a rilievo e a tutto tondo fuse. Il Correggio Art Home è un centro di documentazione e studi, dedicato alla vita e alle opere del pittore Antonio Allegri, detto il Correggio… Allievo il primo del Capretti, punto di riferimento obbligato per la disciplina pittorica di qualunque giovane si volesse dedicare alle arti, prestissimo si sarebbe recato a Bologna, sfoderando poi tutta la sua sapienza di pittore illusionista di impronta bibienesca a Modena, al servizio ducale; attivo per il Collegio dei Nobili come per numerose chiese della citt�, fu collaboratore di Vellani e di Consetti. A proposito di quest'ultimo artista non sar� inopportuno ricordare la presenza di due tavole raffiguranti i Santi Simone e Sebastiano (superstiti di una composizione di pi� ampie dimensioni), che si trovano oggi nella chiesa dei Cappuccini di San Martino in Rio, a pochi chilometri da Correggio. La presenza di paliotti a fiorami o a prospettiva stabilisce una linea ininterrotta con Carpi, centro riconosciuto capostipite della produzione delle scagliole. La temperatura artistica, ancora entro l'ultimo ventennio del XVI secolo, � misurabile dalle prove correggesi di Francesco Madonnina, personalit� venuta delineandosi autonomamente da una primitiva identificazione con il Bastarolo. Prima dell'Allegri. Di tangenze o commistioni fra cultura emiliana e cultura lombarda, all'interno di quella vasta porzione della regione che dal parmense tocca i territori reggiani di pianura fino alla collina modenese, � ormai possibile parlare con certezza dopo gli studi pi� recenti e soprattutto alla luce dei ritrovamenti e dei restauri operati nelle dimore signorili; non solo il caso di Torrechiara, il pi� noto, ma i castelli di Finale, di Vignola, di San Martino in Rio, di Carpi, presentano richiami alla tradizione figurativa araldica e cavalleresca lombarda di matrice tardogotica, fino al caso esemplare del pi� tardo Palazzo Fossa di Reggio Emilia con le figure di uomini armati affrescate nelle finte merlature, evidenti rimandi ai modelli bramanteschi di Casa Panigarola. Questa espressione unitaria dell'arte nasce dalla fusione consapevole delle due posizioni operate dal Correggio, che va ben oltre la dimensione di tenera leggenda provinciale cui a volte l'artista non ha potuto sottrarsi. I Dialoghi romani, essendo stati scritti prima delle opere di Doni, Vasari, Dolce e Condivi, risultano un fonte primaria per quel che riguarda la conoscenza di Michelangelo. Ricordiamo che lo stucco, rielaborato duttilmente nelle forme pi� varie ad imitazione dei materiali pi� preziosi, fu trattato dal correggese Giuseppe Casalgrandi, autore di ancone monumentali di pregevolissima fattura, plasmate sui modelli barocchi e barocchetti delle vicine capitali. Ma se l'operare si svolse all'insegna della disponibilit� alla sperimentazione, � vano pretendere di disporre cronologicamente nel tempo le sue opere. L'osservazione di Ferdinando Asioli, tratta dalla monografia sull'artista, attesta di quell'eclettismo che, irrobustito anche dalla permanenza fiorentina, va inteso quale manifestazione di forte impegno e curiosit� sugli antichi maestri riproposti con forza in forme evolutive preservate sempre dalla mera ripetizione. 1489 - Antonio Allegri nasce a Correggio prima della fine di agosto da una famiglia di modeste condizioni, come documenta il Vasari. Ma � soprattutto l'idea della creazione di uno spazio aperto e dinamico, delimitato da confini in costante trapasso da una partitura all'altra, che rendono il pensiero del Correggio ben altrimenti originale da quello romano, descritto in una sintassi compositiva di lucida quanto perentoria armonia. Antonio Allegri detto il “Correggio” nasce a Correggio in provincia di Reggio Emilia, da Pellegrino e Bernardina Piazzoli degli Ormani, nella seconda metà del Quattrocento, presumibilmente, secondo storici e critici, nel 1489. Alla Pieve della Modolena l'altare del SS. Sta dietro l'esecuzione delle sue opere una incessante ricerca di perfezione figurativa, esperita in quegli anni nella frequentazione della Galleria Estense e delle chiese veneziane, come attesta la sua copiosissima produzione grafica, base per composizioni di carattere religioso anche a scala ambientale come l'Apoteosi di san Quirino della cattedrale, eseguita nel 1843, impresa concettualmente pi� forte e temprata delle decorazioni murali a tempera dell'interno, eseguite dai modenesi Camillo Crespolani e Ferdinando Manzini. Tragedia e trionfo nell'iconografia dei Protomartiri francescani tra Europa e Brasile Come altre signorie padane che trovano sviluppo nella regione in assenza di un grande centro capace di aggregare le citt� fra loro, anche Correggio opera nel senso di una costante politica di sopravvivenza esercitando la prassi dell'accordo e dell'alleanza con i vari potentati italiani e stranieri, e stabilendo di volta in volta scelte preferenziali in funzione della conservazione dell'unit� del feudo che aveva ottenuto l'investitura imperiale da Federico II, gi� nel 1452. Insomma era la sua una costante ricerca di umanizzazione del sacro in chiave popolare, esente da intellettualismi come da drammaturgie d'effetto, guidata da una precisa volont� di rivolgere in chiave esuberante ed ironica l'aulicit� dei maestri veneti e mantovani, come la profonda verit� di un Crespi. I nessi con le raffigurazioni peruginesche e raffaellesche sono evidenti nella positura dei personaggi eretti e nella articolazione delle figure disposte a semicerchio, s� che quelle laterali fungono da proscenio. Certo i principali committenti di Rainaldo furono proprio i principi di Correggio, in particolare Nicol� e sua moglie Cassandra, ma la dotazione degli arazzi in questione viene attestata non prima dell'ultimo ventennio del XVI secolo, in ragione delle citazioni da stampe fiamminghe e dell'autore, con ogni probabilit� Cornelius Mattens, che sigla con la marca di Bruxelles bordure di panni analoghi. Della abilit� di questo maestro, esperto nel riprodurre fogliami, rabeschi, fiori ed uccelli, doveva testimoniare in Correggio la soffitta dell'oratorio di San Sebastiano, oggi non pi� esistente, come la volta e i laterali della cappella di San Bonaventura nella chiesa di San Francesco. L'attenzione � come sempre appuntata sui soggetti, nei quali l'emotivit� del fatto, la teatralit� dei gesti � riscattata da una verosimiglianza ambientale e psicologica che ancor di pi� s� manifesta nei ritratti, di cui il pittore fu prodigo e precoce realizzatore. Senza entrare nel merito dei riferimenti frequenti e sistematici con forme architettoniche ferraresi, sono forse opportune alcune considerazioni sullo splendido portale d'accesso, messo in relazione convincentemente con altri manufatti riferiti alla perizia progettuale del Rossetti. La notte, il giorno, la vita e la morte como legame tematico di continuità, Michelangelo Drawings - Key to the Medici Chapel Interpretation, Michelangelo. I cinquanta componimenti funebri di Michelangelo per Luigi del Riccio, Un aspetto degli scritti letterari di Michelangelo Buonarotti: la notte, il giorno, la vita e la morte como legame tematico di continuità, Cecchino Bracci, il ragazzo "che fu grazia nel letto" per Michelangelo. Certo alla met� del secondo decennio del secolo il suo rapporto con il giorgionismo, i ferraresi e Leonardo doveva essersi fatto pi� intenso; ma non vanno con ci� sottostimati i suoi interessi anche per la Toscana, spiegati con la possibile mediazione di Michelangelo Anselmi, reduce a Parma da Siena poco dopo il 1516, o anche attraverso conoscenze pi� dirette o ancora intrecciate alle relazioni costanti che l'artista ebbe con l'ordine benedettino. Si tratta della prima occorrenza del termine "creare" in rapporto all'attività di un artista: Elisabetta Di Stefano, Vita di Michelangelo Buonarroti raccolta per Ascanio Condivi da La Ripa Transone, Le vite de' più celebri architetti d'ogni nazione e d'ogni tempo precedute da un saggio sopra l'architettura, Un aspetto degli scritti letterari di Michelangelo Buonarotti. Spostata recentemente al 1520 su basi archivistiche e stilistiche (Gould), l'opera dimostra comunque la rielaborazione ormai matura della cultura leonardesca e la conoscenza delle ricerche dei toscani, da Andrea del Sarto a Beccafumi. Sappiamo dalla tradizione storiografa che il cofanetto eburneo conservato oggi nella collegiata di San Quirino proviene dai Signori di Correggio: esso venne donato alla chiesa dalla contessa Bianca Rangoni, moglie del conte Antonio da Correggio nel 1467, per servire all'uso di reliquiario delle ossa di san Quirino almeno dal 1503 al 1507, quando venne realizzato il reliquiario d'argento tuttora esistente. L'opera circondava un rilievo raffigurante una Madonna con il Bambino; dimor� sull'altare fino 1612, quando venne acquistata dall'ultimo principe di Correggio, Siro, che alla sua destituzione la affid� ai principi di Novellara dai quali non riusc� pi� a riacquisirla. Ma quale romanit� del Correggio a San Paolo? Elisabetta Di Stefano. Nessun allievo diretto provenne dall'Allegri e dopo la sua scomparsa Correggio non pare avere colto, come del resto l'Emilia tutta, suggestioni immediate di stile se si eccettua Giovanni Giarola, nativo di Fosdondo di Correggio, ritenuto scolaro del Correggio. La prima si trovava in origine nella cappella Munari in San Francesco di Correggio, da dove il duca Francesco I d'Este la fece rimuovere sostituendola con una copia: entrata a far parte delle raccolte estensi modenesi, l'opera venne poi barattata con il Sacrificio di Isacco di Andrea del Sarto, offerto dal granduca Medici. La citt� aveva assunto un aspetto moderno fino dalla met� del Quattrocento con il conte Manfredo II che aveva eretto baluardi, completato le mura civiche, costruito ospedali e quella nobilissima chiesa in forma tardogotica dedicata a san Francesco che reca ancor oggi nei capitelli gli stemmi del principe e della moglie Agnese. Risentono di questo suo nuovo indirizzo anche le pale realizzate nel terzo decennio per chiese e privati: a Modena i quadri famosi per le Confraternite di San Sebastiano e di San Pietro Martire; ancora il mistico Sposalizio di santa Caterina (Parigi, Louvre) tenuto a detta del Vasari Ma tutti i pittori in pregio", posseduto da Francesco Grillenzoni insieme al suo ritratto fatto dall'Allegri stesso; a Parma la Madonna di San Gerolamo e la Madonna della Scodella; a Reggio la Notte, il capolavoro osannato dal Vasari, dallo Scannelli e dalla Scaramuccio fino a Charles des Brosses e a Mengs che giudicava questa opera "una di quelle Pitture che muovono il cuore di chi le mira, sia intelligente, o ignorante; ma assai pi� dei primi" e ci� perch� "l'imitazione del vero � eseguita con tale artifizio, che perde ogni idea di secco, e l'arte � si occulta, che sembra fatto colla maggiore facilit�". MANUTENTORE ELETTROMECCANICO Gi Group S.p.A. Correggio; 4gg fa; FILIALE : HIREVO LOCAL MECHANICAL EMILIAOVEST SPECIALIZZAZIONE : Mechanics 4.0 Gi Group SpA, Agenzia per il Lavoro (Aut. L'attivit� del Donnini per Reggio Emilia e Correggio denota un quadro complessivo di estrema omogeneit� stilistica, indissolubilmente legata alla tradizione della grande pala d'altare bolognese di sapore idealizzante. L'incertezza attributiva della scritta del cartiglio, letta ripetutamente nel passato anche come firma del Bartolotti, indica la datazione al 1511, coincidente quindi con il documento che d� il Correggio nella citt� natale in quell'anno. Nulla finora � stato rinvenuto di quel Lodovico Bellesia che a detta degli storiografi dovette dipingere a cavallo del secolo opere di "buon gusto"; scarse anche le testimonianze del correggese Paolo Gianotti, nato verso il 1560 e morto nel 1622. Del correggese padre Giuseppe Alemanni, anch'esso seguace del cavalier Cignani, ma allievo all'origine del modesto Capretti, poco o nulla si conosce. Se le presenze limitrofe dei modenesi Stringa e Caula per la parrocchiale di Santa Maria Assunta di Fabbrico, allo scadere del secolo, ribadiscono la persistenza della supremazia delle capitali estensi della cultura, il San Bernardino che Tisana lo storpio, commissionato dalla famiglia Augustani per la loro cappella in San Francesco, pone seri interrogativi sull'autentica paternit� dell'opera, addebitata da tutte le fonti a Mattia Preti. Una fotografia ritoccata ad acquarello del 1889, eseguita da Jotti Bindo, aiuta nella interpretazione dei grotteschi e delle fasce a bassorilievo, improntate ad una esecuzione raffinata con un forte equilibrio fra le parti. Improbabile a questo punto poter parlare di uno sviluppo della pittura a Correggio per elaborazioni autonome; pi� legittimo indicare una linea di accrescimenti successivi di opere siglate da un conservatorismo eclettico sui modelli bolognesi. Il fervore costruttivo del conte Nicol� aveva gi� investito una intera area urbana, proponendo un invaso architettonico di modello neoplatonico da piccola citt� ideale. Possono costituire punti di riferimento preciso per il percorso dell'artista proprio due opere realizzate per Correggio e dintorni, intorno alle quali gravitano altre prove di ormai indiscussa attribuzione: si tratta della tela con il Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco (Firenze, Uffizi) e della celebratissima pala di Albinea, oggi nota solo attraverso delle copie.