Mostrando ai soggetti di differenti culture fotografie di espressioni emozionali si è potuto notare come i soggetti concordassero nel riconoscere quale emozione emergeva da ciascuna fotografia. In un’espressione facciale asimmetrica le emozioni compaiono con più intensità ad un lato del viso, quello sinistro, poiché l’emisfero cerebrale destro che lo controlla è anche quello più specializzato nelle emozioni. Inoltre la sorpresa è seguita subito da un’altra emozione che può essere la paura, la rabbia, la felicità a seconda dell’evento che l’ha generata. Ekman, in accordo con Darwin, parlava di universalità delle emozioni, date da pattern neurobiologici ereditari; mi riferisco alla teoria Neuroculturale sostenuta dallo Psicologo. Il disgusto è un sentimento di avversione verso qualcosa, che può essere un sapore, un odore, una sensazione tattile, l’azione o l’aspetto di una persona. Questa ricerca nel 1955 divenne la sua tesi di Master e nel 1957 è stata pubblicata. Questa prima parte della ricerca venne condotta con soggetti di culture industrializzate, moderne, che potevano conoscere le espressioni facciali degli Occidentali attraverso i mass-media. A differenza delle altre emozioni il disgusto non si associa a nessun umore in particolare mentre i disturbi emozionali associati sono ad esempio le ossessioni sullo sporco e pulizia, la fobia del sangue e anche i disturbi alimentari, nei quali si prova un forte disgusto per il cibo e anche per il proprio corpo. A volte invece quando la rabbia è intensa possiamo non essere consapevoli di provare quell’emozione e di conseguenza non essere capaci di controllarci, agendo in modo sbagliato. Ekman, uno dei maggiori studiosi delle emozioni, sostiene che l’esperienza emotiva umana si fonda su famiglie di emozioni di base che permettono di gestire situazioni cruciali per la sopravvivenza della specie. l’universalità nella produzione delle emozioni e nel loro riconoscimento. Per quanto riguarda l’espressione facciale, l’emozione si manifesta attraverso due tipi di movimento: naso arricciato e labbro superiore sollevato che spesso compaiono insieme. 3.5. Ekman prese in esame soggetti di varie culture come Stati Uniti, Giappone, Brasile ecc. I ricercatori si chiesero se le espressioni fossero tutte uguali perché apprese dai media, ai quali tutti avevano accesso e alle quali tutti facevano grande riferimento nella vita quotidiana. La possibilità di riconoscere le emozioni attraverso le espressioni facciali di individui di culture diverse conferma quindi l’ipotesi che ogni emozione presenti un insieme di espressioni comune a tutti. Per questo le nostre reazioni emozionali sono legate non solo al passato evolutivo, ma anche a quello personale. Spesso si desidera poter disattivare determinati pulsanti emozionali che innescano involontariamente specifiche emozioni. Espressioni false e microespressioni. Ekman e Friesen creano EMFACS per l'interpretazione, descrivendo 6 famiglie emozionali. Al fine di confermare questa ipotesi, Ekman fece vedere a studenti universitari Americani e Giapponesi un video con elementi stressanti. La capacità di sviluppare questa consapevolezza del comportamento emozionale o presenza mentale è alla base dello sviluppo della consapevolezza dell’impulso, ossia la capacità di essere coscienti dell’impulso generato dall’emozione prima però che questo si inizi ad esprimere a parole o azioni; è una consapevolezza molto difficile che viene raggiunta da pochi e con molto esercizio. La sorpresa è totalmente differente dallo spavento nonostante alcuni li considerino sinonimi. I pulsanti emozionali e i processi che innescano l’emozione. Le emozioni provocano cambiamenti nel sistema nervoso autonomo a livello della respirazione, frequenza cardiaca e cambiamenti nella voce e nell’espressione facciale. I risultati confermarono la teoria del ricercatore dando percentuali di riconoscimento delle emozioni molto simili tra le varie etnie/provenienze (Ekman & Friesen, 1971). La fotografia mostra solo viso e collo della persona. Le microespressioni universali e correlate con le emozioni. Le espressioni del volto possono essere volontarie o involontarie, vere o false. Quindi quando è attiva un’emozione si verificano, senza esserne consapevoli, una serie di cambiamenti facciali, vocali e anche cambiamenti del SNA, nella respirazione, nella sudorazione, che sono aspetti molto difficili da inibire e per questo rappresentano degli indizi molto attendibili (ad esempio nella rabbia si ha un aumento del flusso sanguigno nelle mani che si preparano a colpire, nella paura l’aumento si ha nelle gambe che si preparano alla fuga). Non solo il sorriso ma anche le altre emozioni sono caratterizzate da alcuni movimenti muscolari molto difficili da replicare volontariamente. Quindi nel 1967 Ekman e Friesen decisero di proseguire la ricerca in Nuova Guinea presso alcune tribù isolate, ancora incontaminate da film o giornali. Lo studioso ipotizza l’esistenza di “display-rules”, regole sociali apprese da ciascun individuo, che regolano il controllo da avere sulle espressioni emotive in ogni particolare situazione (Ekman, 1972). Le emozioni sono un aspetto fondamentale della vita umana; insorgono molto velocemente tanto che spesso non si è consapevoli dei processi mentali che le innescano. La durata dei cookie è strettamente limitata alla sessione di lavoro (chiuso il browser vengono cancellati), per tale limitato periodo, il computer del visitatore – attraverso un codice alfa-numerico generato alla prima sessione di accesso – in modo da riproporgli il risultato del test effettuato dall’utente. Paul Ekman's journal articles are his lifetime works. Nella parte inferiore del viso la paura si esprime con labbra tese orizzontalmente, mentre la sorpresa con bocca aperta. L’atto di sollevare il labbro superiore può essere un segno di disprezzo quando l’espressione è asimmetrica e dunque il movimento si compie solo su un lato del viso. Quest’ipotesi che le espressioni facciali influenzino l’esperienza emozionale prende il nome di ipotesi del feedback facciale. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. In gran parte delle nostre esperienze emozionali siamo così dentro ad un’emozione da non avere alcun dubbio sulle azioni che compiamo o su ciò che diciamo. Lo psicologo notò che i soggetti, durante la visione solitaria del video assumevano le stesse espressioni, mentre in presenza dell’assistente gli studenti Giapponesi tendevano a mascherare maggiormente le loro espressioni rispetto agli studenti Americani. La rabbia si sviluppa quando qualcuno interferisce con ciò che si sta facendo o quando si rimane delusi da qualcuno a cui si tiene particolarmente. Anche la rabbia ha delle funzioni, come quella di motivare il soggetto ad agire su ciò che l’ha generata. Una lesione che interessa i sistemi piramidali compromette la mimica volontaria, per cui il paziente diventerebbe incapace di mentire, mentre una lesione relativa ai sistemi extrapiramidali inibisce le espressioni involontarie, per cui il paziente non avrebbe nessuna espressione autentica e al contrario avrebbe buone capacità di mentire assumendo espressioni false. La fotografia mostra solo ilil viso e ilil collo (uomini e donne, adulti e bambini). Le microespressioni, anche se molto rapide, rappresentano in maniera completa l’intera emozione che si cerca di nascondere e differiscono quindi dalle “espressioni soffocate”, che sono espressioni che vengono bruscamente interrotte dal soggetto e coperte da un’altra espressione. Mostrò loro foto di volti umani che assumevano un’espressione facciale specifica per ogni emozione; successivamente chiese ad ogni soggetto di associare ogni foto ad una parola presente in una lista prestabilita che comprendeva le sei emozioni di base. Le emozioni possono prevalere sulle nostre conoscenze perché una volta innescate possono persistere nonostante ci si renda conto che non sono necessarie. Parole, voce, gesti: altri elementi che possono tradire un’emozione nascosta. Il Baby F.A.C.S. L’uomo può nascondere la propria emozione autentica fingendo un’emozione diversa; la maschera più utilizzata è il sorriso. 3.8. Intorno alle emozioni di base, secondo il ricercatore, esistono delle sfumature della stessa emozione; la famiglia della rabbia per esempio, come le altre famiglie, può avere intensità diversa (può andare dal disappunto all’odio) o anche la forma e la motivazione scatenante differente, come vendetta o rabbia per la sottomissione, e così via. La menzogna e gli indizi che la caratterizzano. Baby facs. Dunque le emozioni sono soprattutto scatenate dai valutatori automatici, ma possono sorgere anche in altre circostanze: ad esempio quando si ricorda o si parla di un episodio emozionale del passato, attraverso l’immaginazione, per empatia. Paul Ekman iniziò la ricerca scientifica alla fine degli anni ‘50, periodo in cui portò a termine un esperimento sulle espressioni faccialie sui movimenti e comportamenti del corpo. Oltre alle emozioni negative esistono diverse emozioni piacevoli tra le quali la gioia, il divertimento, l’appagamento, il sollievo che si prova in seguito a forte emozioni, lo stupore, quando si viene travolti da qualcosa di incomprensibile, incredibile, accompagnato dalla sensazione fisica della pelle d’oca, la fierezza che si prova quando si supera una sfida difficile e si raggiunge un importante traguardo. Un’emozione simile alla tristezza è il tormento, solo che mentre nel tormento vi è ribellione, nella tristezza vi è passività e rassegnazione. Ekman iniziò a ricercare in vari filmati di colloqui psichiatrici questo tipo di microespressioni e un caso esemplare fu quello di Mary, una casalinga che aveva più volte tentato il suicidio. Quindi gli eventi, i pulsanti che scatenano un’emozione sono determinati sia dall’esperienza individuale che dall’esperienza della specie. Si è scoperto invece che ogni emozione, quindi anche la rabbia, insorge quando si replicano volontariamente tutti i movimenti del viso caratteristici di quell’emozione. Nel 1987 lo stesso Ekman e i suoi collaboratori, dopo ulteriori prove ed esperimenti, conclusero che la prova dell’università delle emozioni è travolgente e che sei sono le emozioni universali: rabbia, disgusto, paura, gioia, tristezza e sorpresa.Ancor prima (1967) Ekman e Friesen, intrapresero un viaggio in Nuova Guinea presso le tribù del posto, per verificare l’ipotesi che … La presenza invece solo delle sopracciglia abbassate e convergenti non è una prova certa di rabbia perché questo movimento accompagna anche la perplessità, la confusione, la concentrazione. Emozioni Principali Ekman - Questa pagina sarà presentata un sacco di parole più immagini sono anche complete gratuite. Quando l’emozione è intensa tristezza e tormento si alternano; ad un periodo di tormento ne segue uno di tristezza in cui la persona si sente impotente e poi di nuovo uno di tormento. Grazie alle ricerche di Ekman e Friesen basate su una ricerca interculturale, sappiamo oggi che le espressioni facciali e la loro interpretazione non cambiano da paese in paese. Le zone del volto importanti per le emozioni sono la fronte e le sopracciglia, la parte inferiore del volto (bocca e guance) e la parte centrale del naso. Questa lotta sarà più dura per coloro che si arrabbiano più velocemente e intensamente e sarà volta a far si che il soggetto controlli il proprio comportamento, non dica cose imperdonabili, impedisca lo sviluppo di una rabbia estrema e anzi cerchi di diminuirla. Le espressioni vere, sentite, si manifestano perché i muscoli facciali si attivano in maniera automatica al nascere dell’emozione, quelle false si manifestano perché l’uomo ha sviluppato un controllo volontario sul proprio viso, così da poter inibire le espressioni autentiche e sostituirle con delle espressioni finte. Quando il sorriso è lieve è più facile notare l’assenza di questo movimento poiché le guance non sono sollevate e gli occhi non si assottigliano, al contrario con un sorriso più ampio, anche se falso, si producono tutti questi segni e occorre un maggiore esercizio per riconoscere le differenze. Trovò che i cambiamenti della frequenza cardiaca, della temperatura erano diversi nelle varie emozioni e che ad esempio si registrava un aumento del ritmo cardiaco sia nella rabbia che nella paura, ma un aumento della temperatura solo nella rabbia e una diminuzione nella paura. Il ricercatore nota però che a volte le espressioni sono controllate e che non tutti gli individui le controllano allo stesso modo e nella stessa situazione.