Law No. 14 of 7 February 2013, Ratification and Implementation of Agreement between the Government of the Republic of Italy and the Government of the Arab Republic of Egypt on transfer of sentenced persons, done at Cairo on 15 February 2001. Entered into force: 19 February 2013

In:

G.U. 18 February 2013, No. 41

Law No. 14/2013 concerns the Agreement between Italy and Egypt, signed in 2001 and already ratified by Egypt. Thanks to the law, and after ratification by Italy, the Agreement will apply to Italian citizens sentenced in Egypt, for they may serve the sentence in Italy, and vice versa. To this end, certain requirements foreseen in Article 4 of the Agreement must be in presence; in turn, Articles 6 and 7 establish, respectively, certain conditions under which the transfer of sentenced persons shall be refused or, may be refused by the requested State.

Legge 7 febbraio 2013, n. 14

Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica araba di Egitto sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Il Cairo il 15 febbraio 2001.

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;

Il Presidente della Repubblica

Promulga

la seguente legge:

Art. 1    Autorizzazione alla ratifica

1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica araba d’Egitto sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Il Cairo il 15 febbraio 2001.

Art. 2    Ordine di esecuzione

1. Piena ed intera esecuzione è data all’Accordo di cui all’articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall’articolo 23, paragrafo 2, dell’Accordo stesso.

Art. 3    Copertura finanziaria

1. All’onere derivante dalla presente legge, valutato in euro 5.806 annui a decorrere dall’anno 2012, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2012-2014, nell’ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2012 allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.

2. Ai sensi dell’articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, il Ministro della giustizia provvede al monitoraggio degli oneri di cui alla presente legge e riferisce in merito al Ministro dell’economia e delle finanze. Nel caso si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro della giustizia, provvede, con proprio decreto, alla riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dall’attività di monitoraggio, delle dotazioni finanziarie destinate alle spese di missione nell’ambito del programma «Giustizia civile e penale» e, comunque, della missione «Giustizia» dello stato di previsione del Ministero della giustizia. Si intende corrispondentemente ridotto, per il medesimo anno, di un ammontare pari all’importo dello scostamento il limite di cui all’articolo 6, comma 12, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e successive modificazioni.

3. Il Ministro dell’economia e delle finanze riferisce senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e all’adozione delle misure di cui al comma 2.

4. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 4    Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. è fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.

Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica Araba di Egitto sul trasferimento delle persone condannate

Il Governo della Repubblica Italiana ed il Governo della Repubblica Araba di Egitto, desiderosi di permettere ai condannati di scontare la loro pena privativa della libertà nel Paese di cui sono cittadini, al fine di facilitare il loro reinserimento sociale,

Hanno concordato le seguenti disposizioni:

Titolo 1

Principi generali

Art. 1.

Ai fini del presente Accordo, l’espressione:

1) «Condanna», significa esclusivamente qualsiasi pena o misura privativa della libertà personale, inflitta dal giudice a seguito della commissione di un illecito penale;

2) «sentenza», significa una decisione del giudice con la quale venga inflitta una condanna;

3) «Stato di condanna», significa lo Stato in cui è stata inflitta la condanna alla persona che può essere o è già stata trasferita;

4) «Stato di esecuzione», significa lo Stato in cui la persona può essere, o è già stata trasferita;

5) «Persona condannata», significa ogni persona nei cui confronti è stata pronunciata una decisione di condanna.

Art. 2.

1) La Repubblica Araba di Egitto e la Repubblica Italiana si impegnano a cooperare, conformemente alle condizioni previste dal presente Accordo, in materia di trasferimento delle persone condannate.

2) Una persona condannata nel territorio di uno Stato, può, conformemente alle disposizioni del presente Accordo, essere trasferita nel territorio dell’altro Stato per ivi scontare la condanna inflittale con la sentenza.

Art. 3.

1) La domanda di trasferimento può essere presentata:

a) dallo Stato di condanna;

b) dallo Stato di esecuzione.

2) La persona condannata può esprimere presso lo Stato di condanna o presso lo Stato di esecuzione desiderio di essere trasferita in virtù del presente Accordo.

3) Lo Stato di condanna fornisce allo Stato di esecuzione le informazioni richieste ai fini dell’applicazione del presente Accordo.

Art. 4.

1) Il presente Accordo si applica alle seguenti condizioni:

a) il fatto che motiva la domanda deve essere punito come reato dalla legislazione di ciascuno dei due Stati;

b) la decisione giudiziaria di cui all’articolo 1 deve essere irrevocabile ed esecutiva conformemente alle rispettive legislazioni dei due Stati;

c) la persona condannata detenuta deve avere la nazionalità dello Stato in cui sarà trasferito;

d) la persona condannata detenuta deve essere consenziente conformemente alle condizioni previste dall’articolo 8;

e) la persona condannata detenuta deve avere ancora, al momento della domanda di trasferimento, almeno un anno di pena privativa della libertà da scontare. In casi eccezionali i due Stati possono concordare un trasferimento quando la durata della pena ancora da scontare è inferiore a quella di cui sopra;

f) lo Stato di condanna e lo Stato di esecuzione sono d’accordo sul trasferimento. Ogni Stato, nell’esercizio del proprio potere discrezionale, valuta se il trasferimento è tale da portare pregiudizio alla sua sovranità, alla sua sicurezza, al suo ordine pubblico, ai principi fondamentali del suo ordinamento giuridico o ad altri suoi interessi essenziali.

2) Lo Stato di condanna può chiedere che il trasferimento della persona condannata sia sottoposto ad altre condizioni.

In questo caso, se accetta le condizioni, lo Stato di esecuzione, previo consenso della persona condannata, si impegna a rispettarle. I Ministri della giustizia degli Stati contraenti sono competenti ad accettare le suddette condizioni.

Art. 5.

1) Lo Stato di condanna informa l’altro Stato di ogni condanna pronunciata contro un cittadino di questo Stato che potrebbe dare luogo ad un trasferimento, in applicazione del presente Accordo.

2) Le autorità competenti dello Stato di condanna informano ogni cittadino dell’altro Stato che è oggetto di una condanna irrevocabile, della possibilità che gli è offerta di ottenere, alle condizioni della presente Accordo, il suo trasferimento per scontare la sua pena nel Paese del quale ha la nazionalità.

3) La persona condannata deve essere informata per iscritto di ogni decisione presa da uno dei due Stati in merito ad una richiesta di trasferimento nonché delle conseguenze giuridiche che ne derivano.

Art. 6.

Il trasferimento della persona condannata è rifiutato da uno dei due Stati Parte:

1) se la richiesta di trasferimento è relativa ad una pena inflitta per dei fatti che sono stati giudicati definitivamente nello Stato di esecuzione e per i quali la pena, se ne è stata inflitta una in questo Stato, è stata eseguita o è prescritta;

2) se la condanna è stata pronunciata per un reato puramente militare.

Art. 7.

Il trasferimento della persona condannata può essere rifiutato da uno dei due Stati parte:

1) se le autorità competenti dello Stato di esecuzione hanno deciso di non avviare un procedimento o di porre fine ai procedimenti che hanno avviato per gli stessi fatti;

2) se i fatti che hanno motivato la condanna sono oggetto di un procedimento nello Stato di esecuzione;

3) se la persona condannata non ha corrisposto le somme, le multe, le spese giudiziarie, il risarcimento dei danni e le pene pecuniarie di ogni genere a suo carico;

4) se la persona condannata possiede anche la nazionalità dello Stato di condanna. Lo status di cittadino si valuta alla data dei fatti che hanno dato luogo alla condanna;

5) se il massimo della pena privativa della libertà prevista dalla legge dello Stato di esecuzione è fortemente inferiore alla pena privativa della libertà inflitta nello Stato di condanna.

Art. 8.

1) La persona condannata deve prestare proprio consenso al trasferimento volontariamente e con piena conoscenza delle conseguenze giuridiche derivanti. Quando, a causa dell’età o dello stato fisico o mentale della persona condannata, uno dei due Stati lo ritiene necessario, il consenso viene prestato dal suo rappresentante. La procedura da seguire in materia è disciplinata dal diritto dello Stato di condanna.

2) Lo Stato di condanna deve dare allo Stato di esecuzione, su sua richiesta, la possibilità di verificare, tramite l’intermediario di un funzionario consolare, che il consenso al trasferimento sia stato prestato alle condizioni previste dal paragrafo precedente.

Art. 9.

1) La pena inflitta dallo Stato di condanna è eseguita nello Stato di esecuzione per la parte che rimane da scontare nello Stato di condanna, e non deve superare il massimo previsto dalla legge dello Stato di esecuzione per lo stesso tipo di reato.

2) Quando la pena inflitta dallo Stato di condanna non è prevista nello Stato di esecuzione quest’ultimo Stato sostituisce a questa pena un’altra pena. Tale pena corrisponde per quanto possibile, per natura e durata, a quella inflitta con la decisione da eseguire.

3) La pena sostituita non può aggravare, per natura o durata, la pena privativa della libertà inflitta dallo Stato di condanna.

Art. 10.

Lo Stato di esecuzione informa lo Stato di condanna, se questo lo richiede, del seguito dato all’esecuzione della condanna.

Art. 11.

Le modalità di esecuzione della pena sono disciplinate dalla legge dello Stato di esecuzione, che è l’unico competente a prendere tutte le decisioni relative.

Art. 12.

Solamente lo Stato di condanna ha il diritto di decidere su qualsiasi ricorso di revisione presentato avverso la condanna.

Art. 13.

1) Lo Stato di condanna informa senza ritardo lo Stato di esecuzione di qualsiasi decisione o misura che metta fine totalmente o parzialmente all’esecuzione della pena.

2) Le autorità competenti dello Stato di esecuzione mettono fine all’esecuzione della pena non appena informate di qualsiasi decisione o misura che abbia l’effetto di privare la pena del suo carattere esecutivo.

Art. 14.

Nessun condannato trasferito in applicazione del presente Accordo può essere nuovamente oggetto di procedimento, arrestato o detenuto nello Stato di esecuzione per il reato che ha comportato la pena inflitta dallo Stato di condanna, che ha dato luogo al trasferimento.

Titolo 2

Procedura

Art. 15.

1) La presa in carico della persona condannata dallo Stato di esecuzione ha per effetto la prosecuzione dell’esecuzione della pena esclusivamente in tale Stato.

2) Lo Stato di condanna non può più eseguire la pena se questa è stata interamente scontata nello Stato di esecuzione.

Art. 16.

Ogni domanda di trasferimento è formulata per iscritto. Contiene l’indicazione dell’identità del condannato, del suo luogo di detenzione nello Stato di condanna e del suo luogo di residenza nello Stato di esecuzione. Vi è allegata una dichiarazione da cui risulta il consenso al trasferimento del condannato o del suo rappresentante.

Art. 17.

1) Lo Stato di condanna trasmette allo Stato di esecuzione l’originale o copia autentica della decisione di condanna. Certifica il carattere esecutivo della decisione e precisa, per quanto possibile, le circostanze del reato, il tempo ed il luogo dove è stato commesso nonché la sua qualificazione giuridica. Trasmette ogni informazione necessaria sulla durata della detenzione provvisoria già subita e sulle riduzioni di pena già concesse, nonché sulla personalità del condannato e sulla sua condotta nello Stato di condanna prima e dopo la pronunzia della decisione di condanna.

2) Se uno dei due Stati ritiene che le informazioni fornite dall’altro Stato siano insufficienti per permettergli di applicare il presente Accordo, richiede le informazioni complementari necessarie.

Art. 18.

Le domande di trasferimento vengono trasmesse da Ministero della giustizia a Ministero della giustizia.

Art. 19.

Gli atti e i documenti trasmessi in applicazione del presente Accordo sono esenti da qualsiasi formalità di legalizzazione; sono muniti della firma e del sigillo dell’autorità competente.

Art. 20.

1) Le spese di trasferimento sono a carico dello Stato di esecuzione, ad eccezione tuttavia delle spese sostenute esclusivamente su territorio dell’altro Stato.

2) Lo Stato che si fa carico delle spese di trasferimento fornisce la scorta.

3) Lo Stato di esecuzione non può in alcun caso esigere dallo Stato di condanna il rimborso delle spese di cui si è fatto carico per l’esecuzione della pena e la sorveglianza del condannato.

Art. 21.

Le domande di trasferimento e gli atti ed i documenti a sostegno delle stesse, nonché qualsiasi altra informazione scambiata ai sensi del presente Accordo, verranno redatte nella lingua dello Stato richiedente e saranno munite di una traduzione giurata nella lingua dello Stato richiesto o in inglese o in francese.

Art. 22.

Il presente Accordo sarà applicabile all’esecuzione delle condanne inflitte prima e dopo la sua entrata in vigore.

Titolo 3

Disposizioni finali

Art. 23.

1) Ognuno degli Stati notificherà per via diplomatica all’altro l’esecuzione delle procedure richieste dalla propria Costituzione per l’entrata in vigore del presente Accordo.

Le notifiche che danno atto dell’esecuzione di tali procedure verranno scambiate al più presto possibile.

2) Il presente Accordo entrerà in vigore il primo giorno del secondo mese successivo alla data di ricevimento dell’ultima notifica. Ognuno dei due Stati potrà denunciare in qualsiasi momento il presente Accordo trasmettendo all’altro, per via diplomatica, un avviso scritto di denuncia; in questo caso, la denuncia avrà effetto un anno dopo la data di ricevimento di tale avviso.

Fatto a Il Cairo, il 15 febbraio 2001

In triplice copia, nelle lingue italiana, araba e francese, i tre testi facenti ugualmente fede. In caso di divergenza prevarrà il testo francese.

In fede di che i rappresentanti dei due Stati debitamente autorizzati, hanno firmato il presente Accordo e vi hanno apposto i loro sigilli.

Convention entre le gouvernement de la République Italienne et le Gouvernement de la République arabe d’Egypte sur le transfèrement des personnes condamnées

Le Gouvernement de la République Italienne et le Gouvernement de la République Arabe d’Egypte, désireux de permettre aux condamnés de purger leur peine privative de liberté dans le pays dont ils sont les nationaux, afin de faciliter leur réinsertion sociale,

Sont convenus des dispositions suivantes:

Titre 1

Principes généraux

Art. 1.

Aux fins du présent Traité, l’expression:

1) «Condamnation» désigne exclusivement toute peine ou mesure privative de liberté prononcée par un juge en raison d’une infraction pénale;

2) «jugement» désigne une décision de justice prononçant une condamnation;

3) «Etat de condamnation» désigne l’Etat où a été condamné la personne qui peut être transférée ou l’a déjà été;

4) «Etat d’exécution» désigne l’Etat vers lequel le condamné peut être transféré ou l’a déjà été;

5) «Personne condamnée» désigne toute personne à l’encontre de laquelle une décision de justice prononçant une condamnation a été rendue.

Art. 2.

1) La République Arabe d’Egypte et la République Italienne s’engagent à coopérer, dans les conditions prévues par le présent Traité, en matière de transfèrement des personnes condamnées.

2) Une personne condamnée sur le territoire d’un Etat peut, conformément aux dispositions du présent Traité, être transférée vers le territoire de l’autre Etat pour y subir la condamnation qui lui a été infligée par la décision de justice.

Art. 3.

1) La demande de transfèrement peut être présentée:

a) soit par l’Etat de condamnation;

b) soit par l’Etat d’exécution.

2) Le condamné peut exprimer, soit auprès de l’Etat de condamnation, soit auprès de l’Etat d’exécution le souhait d’être transféré en vertu de la présente Convention.

3) L’Etat de condamnation fournit à l’Etat d’exécution les informations requises aux fins de l’application de la présente Convention.

Art. 4.

1) La présente Convention s’applique dans les conditions suivantes:

a) les faits qui motivent la demande doivent être sanctionnés comme infraction pénale par la législation de chacun des deux Etats;

b) la décision judiciaire visée à l’article 1 doit être irrévocable et exécutoire conformément aux législations respectives des deux Etats;

c) le condamné détenu doit avoir la nationalité de l’Etat vers lequel il sera transféré;

d) le condamné détenu doit être consentant conformément aux conditions prévues à l’article 8;

e) le condamné détenu doit avoir encore, au moment de la demande de transfèrement, au moins un an de peine privative de liberté à exécuter. Dans des cas exceptionnels, les deux Etats peuvent convenir d’un transfèrement lorsque la durée de la peine restant à subir est inférieure à celle prévue ci-dessus;

f) l’Etat de condamnation et l’Etat d’exécution sont d’accord sur le transfèrement. Chaque Etat, dans l’exercice de son pouvoir discrétionnaire, considère si le transfèrement est de nature à porter atteinte à sa souveraineté, à sa sécurité, à son ordre public, aux principes fondamentaux de son ordre juridique ou à d’autres de ses intérêts essentiels.

2) L’Etat de condamnation peut demander que le transfèrement du condamné détenu soit également soumis à d’autres conditions.

Dans ce cas-là, l’Etat d’exécution, avec le consentement préalable de la personne condamnée, s’il accepte ces conditions, s’engage à les respecter.

Sont compétents pour accepter lesdites conditions les Ministres de la Justice des Etats contractants.

Art. 5.

1) L’Etat de condamnation informe l’autre Etat de toute condamnation rendue contre un national de cet Etat qui pourrait donner lieu à transfèrement, en application de la présente Convention.

2) Les autorités compétentes de l’Etat de condamnation informent tout national de l’autre Etat, qui fait l’objet d’une condamnation irrévocable, de la possibilité qui lui est offerte d’obtenir, dans les conditions de la présente Convention, son transfèrement pour exécuter sa peine dans le pays dont il a la nationalité.

3) Le condamné doit être informé par écrit de toute décision prise par l’un des deux Etats au sujet d’une demande de transfèrement ainsi que des conséquences juridiques qui en découlent.

Art. 6.

Le transfèrement du condamné est refusé par l’un des deux Etats Parties:

1) si la demande de transfèrement est relative à une peine prononcée pour des faits qui ont été jugés définitivement dans l’Etat d’exécution et pour lesquels la peine, s’il en a été prononcé une dans cet Etat, a été exécutée ou est prescrite;

2) si la condamnation a été prononcée pour une infraction purement militaire.

Art. 7.

Le transfèrement du condamné peut être refusé par l’un des deux Etats Parties:

1) si les autorités compétentes de l’Etat d’exécution ont décidé de ne pas engager de poursuites ou de mettre fin aux poursuites qu’elles ont exercées pour les mêmes faits;

2) si les faits qui ont motivé la condamnation font l’objet de poursuites dans l’Etat d’exécution;

3) si le condamné ne s’est pas acquitté des sommes, amendes, frais de justice, dommages-intérêts et condamnations pécuniaires de toute nature mises à sa charge;

4) si le condamné possède aussi la nationalité de l’Etat de condamnation. La qualité de national s’apprécie à la date des faits qui ont donné lieu à la condamnation;

5) si le maximum de la peine privative de liberté prévue par la loi de l’Etat d’exécution est fortement inférieure à la peine privative de liberté infligée par l’Etat de condamnation.

Art. 8.

1) Le condamné doit donner son consentement au transfèrement volontairement et en pleine connaissance des conséquences juridiques qui en d’écoulent. Lorsque, en raison de l’âge ou de l’état physique ou mental du condamné, l’un des deux Etats l’estime nécessaire, le consentement est donné par son représentant. La procédure à suivre à ce sujet est régie par le droit de l’Etat de condamnation.

2) L’Etat de condamnation doit donner à l’Etat d’exécution, sur sa demande, la possibilité de vérifier, par l’intermédiaire d’un fonctionnaire consulaire, que le consentement au transfèrement a été donné dans les conditions prévues au paragraphe précédent.

Art. 9.

1) La peine prononcée dans l’Etat de condamnation est exécutoire dans l’Etat d’exécution pour la partie qui reste à subir dans l’Etat de condamnation, et ne doit pas excéder le maximum prévu par la loi de l’Etat d’exécution pour le même type d’infraction.

2) Lorsque la peine infligée par l’Etat de condamnation est inconnue dans l’Etat d’exécution, ce dernier Etat substitue à cette peine une autre peine. Cette peine correspond autant que possible, quant à sa nature et à sa durée, à celle infligée par la décision à exécuter.

3) La peine substituée ne peut aggraver, par sa nature ou par sa durée, la peine privative de liberté prononcée par l’Etat de condamnation.

Art. 10.

L’Etat d’exécution informe l’Etat de condamnation, s’il le demande, des suites de l’exécution de la condamnation.

Art. 11.

Les modalités d’exécution de la peine sont régies par la loi de l’Etat d’exécution qui est seul compétent pour prendre toutes les décisions s’y rapportant.

Art. 12.

L’Etat de condamnation seul a le droit de statuer sur tout recours en révision introduit contre la condamnation.

Art. 13.

1) L’Etat de condamnation informe sans délai l’Etat d’exécution de toute décision ou mesure qui met fin à tout ou en partie à l’exécution de la peine.

2) Les autorités compétentes de l’Etat d’exécution mettent fin à l’exécution de la peine des qu’elles sont informées de toute décision ou mesure qui a pour effet d’enlever à la peine son caractère exécutoire.

Art. 14.

Aucun condamné transféré en application de la présente Convention ne peut être à nouveau poursuivi, arrêté ou détenu dans l’Etat d’exécution pour l’infraction ayant entrainé la peine prononcée par l’Etat de condamnation, qui a donné lieu au transfèrement.

Titre 2

Procédure

Art. 15.

1) La prise en charge de la personne condamnée par l’Etat d’exécution a pour effet de poursuivre l’exécution de la peine exclusivement dans cet Etat.

2) L’Etat de condamnation ne peut plus exécuter la peine si celle-ci a été entièrement purgée dans l’Etat d’exécution.

Art. 16.

Toute demande de transfèrement est formulée par écrit. Elle indique l’identité du condamné, son lieu de détention dans l’Etat de condamnation et son lieu de résidence dans l’Etat d’exécution. Elle est accompagnée d’une déclaration constatant le consentement du condamné ou de son représentant au transfèrement.

Art. 17.

1) L’Etat de condamnation adresse à l’Etat d’exécution l’original ou une copie authentique de la décision de condamnation. Il certifie le caractère exécutoire de la décision et précise, dans toute la mesure du possible, les circonstances de l’infraction, le temps et le lieu où elle a été commise ainsi que sa qualification légale. Il fournit tous renseignements nécessaires sur la durée de la détention provisoire déjà subie et sur les réductions de peine déjà accordées ainsi que sur la personnalité du condamné et sa conduite dans l’Etat de condamnation avant et après le prononcé de la décision de condamnation.

2) Si l’un des deux Etats estime que les renseignements fournis par l’autre Etat sont insuffisants pour lui permettre d’appliquer la présente Convention, il demande le complément d’information nécessaire.

Art. 18.

Les demandes de transfèrement sont transmises de Ministère de la Justice à Ministère de la Justice.

Art. 19.

Les pièces et documents transmis en application de la présente Convention sont dispensés de toute formalité de légalisation; ils sont revêtus de la signature et du sceau de l’autorité compétente.

Art. 20.

1) Les frais de transfèrement sont à la charge de l’Etat d’exécution, à l’exception toutefois des frais engagés exclusivement sur le territoire de l’autre Etat.

2) L’Etat qui assume les frais de transfèrement fournit l’escorte.

3) L’Etat d’exécution ne peut en aucun cas réclamer à l’Etat de condamnation le remboursement des frais exposes par lui pour l’exécution de la peine et la surveillance du condamné.

Art. 21.

Les demandes de transfèrement et les pièces et documents à l’appui ainsi que toute information échangée en vertu de la présente Convention seront rédigés dans la langue de l’Etat requérant et seront accompagnées d’une traduction assermentée dans la langue de l’Etat requis ou en anglais ou en français.

Art. 22.

La présente Convention sera applicable à l’exécution des condamnations prononcées soit avant soit après son entrée en vigueur.

Titre 3

Dispositions finales

Art. 23.

1) Chacun des deux Etats notifiera par voie diplomatique à l’autre l’accomplissement des procédures requises par sa Constitution pour l’entrée en vigueur de la présente Convention. Les notifications constatant l’accomplissement de ces procédures seront échangées aussitôt que faire se pourra.

2) La présente Convention entrera en vigueur le premier jour du deuxième mois suivant la date de la réception de la dernière de ces notifications. Chacun des deux Etats pourra dénoncer la présente Convention à n’importe quel moment en adressant à l’autre, par la voie diplomatique, un avis écrit de dénonciation; dans ce cas, la dénonciation prendra effet un an après la date de réception dudit avis.

Fait au Caire, Le 15 de Février 2001

En triple exemplaire, en langues italienne, arabe et française, les trois textes faisant également foi. En cas de divergence, le texte français prévaudra.

En foi de quoi, les représentants des deux Etats dûment autorisés, ont signé la présente Convention et y ont apposé leurs sceaux.