La parte che sarebbe stata rivolta alla "bocca" della Grotta, e che quindi restava aperta, fu chiusa con la parete dell'altare, dove è custodita la venerata statua della Madonna Nera, ricoperta dalla caratteristica "dalmatica". Among the churches in the town are: Macerata Cathedral: built in Neoclassical style in 1771–1790; it has the remains of a 15th-century Gothic bell tower.The interior was designed by Cosimo Morelli. In seguito, nel 1998, l'impianto è stato rinnovato e potenziato per iniziativa dell'allora Luogotenenza per l'Italia Centrale, in sinergia con l'ENEL, che ha generosamente realizzato i lavori. Ha scritto per lei. Cappella Svizzera o dei Santi Gioacchino e Anna. La statua è quindi portata sul colle soprastante, dentro una piccola chiesa che dovette in seguito essere più volte ampliata per accogliere i pellegrini, attratti dalla fama miracolosa del simulacro. A partire dal 7 settembre 1957, grazie alle elargizioni dei membri di detto ordine, una luce perenne illumina la facciata del santuario, il portico, la cupola e la sovrastante statua della Madonna che, grazie a questa iniziativa, può essere ammirata anche nelle notti più oscure». Tra loro, Raffaello Sanzio, Caravaggio, Tiepolo, Carracci, Guercino, Perugino nelle Belle Arti. Dapprima la preziosa reliquia venne sopraelevata e coperta da una volta, per poi venire circondata da portici, quindi da una chiesetta e infine dall'attuale Basilica. «Tyndarium et Pactarum urbs nobilissima et magnanima», «Tindari e Patti città nobilissime e magnanime». Il sisma cessò immediatamente e alla Vergine venne attribuita anche la virtù di proteggere la città dai terremoti. Nel 1634 quattro monaci romiti, guidati da Guglielmo Musso, eressero vicino a un muro dove era dipinta una Madonna una piccola cappella che fu poi affidata ai frati minori francescani. A questa famosa basilica è collegata la devozione per Maria madre di Gesù che ha l'iconografia culturale e storica della Vergine Lauretana, patrona dell'aviazione; tra i numerosi personaggi e santi che vi hanno fatto visita, si ricordano santa Camilla Battista da Varano; santa Thérèse di Lisieux; santa Gianna Beretta Molla; tra i papi che hanno visitato la basilica vi sono papa Giovanni XXIII[2], papa Giovanni Paolo II[3], papa Benedetto XVI[4] e papa Francesco[5]. Tìndari è una frazione di Patti, comune italiano della città metropolitana di Messina, in Sicilia.[1][2]. Il rivestimento marmoreo è l'elemento più spettacolare del Santuario e uno dei maggiori capolavori della scultura cinquecentesca, per completarne i suoi 610 metri quadrati di sculture ci vollero ben settant'anni ed enormi somme. Le due case vennero costruite nel I secolo a.C., su precedenti fasi abitative e furono soggette a restauri e rimaneggiamenti: in particolare nella parte superiore si impiantarono delle piccole terme e gli originali pavimenti scutulati (scutulata con inserimento di piccole lastre di marmi colorati) o in signino con inserimento di tessere di mosaico bianche, o ancora con mosaici policromi, si sostituirono mosaici in bianco e nero con figure. Tali sono oggi adibite a museo per la raccolta di oggetti antichi, cimeli sportivi dell'aeronautica e ad altri usi religiosi e culturali, vi si può anche ammirare il manichino di una guardia in abiti dell'epoca con le alabarde e altri oggetti. I camminamenti di ronda sono corridoi coperti e sporgenti con una serie continua di finestre a volta attorno alla parte superiore della basilica, per consentire agevole difesa in caso di attacchi - come già era avvenuto da parte dei Turchi in maniera sanguinosa ad Otranto nel 1480; l'anno prima nella vicina Grottammare e nel 1518 a Porto Recanati; attacco quest'ultimo che causò un ordine di papa Leone X per un'ulteriore fortificazione di Loreto, la quale fortunatamente non fu mai attaccata. Nereo Alfieri, Edmondo Forlani, Floriano Grimaldi. Si legge anche che nel 1915 le mura della Santa Casa furono dipinte all'interno delle carlinghe della XXV Squadriglia, segno di un'esplicita devozione verso la Madonna della casa volante. Sulle pietre vi sono numerosi graffiti simili a quelli giudeo-cristiani del II-V secolo ritrovati in Terra Santa, in particolare a Nazareth.[28]. Il tamburo ottagonale è stato elevato fino al cornicione da Giuliano da Maiano, e compiuto nella calotta da Giuliano da Sangallo voltata in soli nove mesi, dal settembre 1499 "alle ore XV del 23 maggio" del 1500, come l'architetto annota nel suo diario. Gli oggetti più importanti rimasti sono ora custoditi nel Museo pinacoteca della Santa Casa che ha sede nell'attiguo Palazzo Apostolico. Umberto Lorenzetti, Cristina Belli Montanari, Cristiano Marchegiani, "Ventura, Lattanzio", in. Quasi in contemporanea Francesco Selva decorava con stucchi l'Atrio della Sacrestia e Tiburzio Vergelli realizzava, tra il 1600 ed il 1607, il maestoso battistero che ancora oggi si può ammirare nella prima cappella di sinistra della basilica. Quando con il breve apostolico di Benedetto XV del 24 marzo 1920 la Madonna di Loreto fu proclamata protettrice degli aviatori, a Loreto si avvicendarono personaggi pubblici, anche di rango politico: "il 28 giugno 1922 arrivò in visita al Santuario il principe Umberto, il quale, dopo aver visitato la Santa Casa, tenne ad iscriversi alla Congregazione universale. Giovanni Andrea Massa, ", L'Organo del Santuario di Maria S.S. del Tindari a Patti (ME), Scheda sull'area archeologica di Tindari sul sito della Regione Siciliana, Riserva naturale orientata dei laghetti di Marinello, http://books.google.it/books?isbn=8890875518, http://books.google.it/books?isbn=8890875526, Alberi genealogici dei tiranni di Siracusa, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Tindari&oldid=118877469, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Nella parte alta interna della costruzione e dietro i camminamenti, si trovano le stanze che un tempo erano adibite ad alloggio delle guardie per la difesa del santuario. In età romana vi si aggiunse un portico in opera laterizia e la ricostruzione della scena, di cui restano solo le fondazioni e un'arcata, restaurata nel 1939. Nel XVII secolo, grazie all'opera del frate cappuccino anconitano fra Tommaso, la festa si è diffusa in tutta la regione e in alcune zone di quelle circostanti. A riguardo di ciò, l'Itinerario in Terra Santa dell'abate russo Daniele Igumeno testimoniò che nel 113-115 d.C. esisteva presso la cripta della Basilica dell'Annunciazione un altare per la celebrazione della liturgia. L'8 settembre 1979, l'11 aprile 1985, il 10 dicembre 1994, il 9 settembre 1995 e il 5 settembre 2004. La Leggenda della Traslazione della Santa Casa e la Madonna di Loreto furono oggetto di un gran numero di opere realizzate dai più grandi artisti della storia dell’arte. Nel 1604 fu indetto il concorso per la decorazione della Sala del Tesoro, vinto dal Pomarancio, che prevalse sul Caravaggio, su Guido Reni e su Lionello Spada. Ma la visita più significativa fu quella effettuata il 24 ottobre 1936 da Mussolini"[10]. La testa della madonna e del bambino erano incoronate con preziose corone auree, cambiate durante i secoli; i corpi erano coperti insieme da una ricca veste decorata, la cosiddetta dalmatica, anch'essa più volte rinnovata. La Porta sinistra fu commissionata nel 1590 a Tiburzio Vergelli il quale, in collaborazione con Giovan Battista Vitali, la terminò nel 1596 ed è ritenuta un capolavoro di maestria tecnica, di armonia compositiva e di decorazione ornamentale. Durante la prima guerra punica, sotto il controllo di Gerone II di Siracusa, fu base navale cartaginese, e nelle sue acque si combatté nel 257 a.C. la battaglia di Tindari, nella quale la flotta romana, guidata dal console Aulo Atilio Calatino, mise in fuga quella cartaginese. Nel novembre del 1989 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di Basilica pontificia minore[1], affermando nel 1993 che "la Santa Casa ricorda, in pari tempo, anche la grandezza della vocazione alla vita consacrata e alla verginità per il Regno, la quale ebbe qui la sua gloriosa inaugurazione nella persona di Maria, Vergine e Madre", e che essa è uno dei "luoghi, dove si va per ottenere la grazia"[11]. Tra il 1610 e il 1615 la volta fu affrescata da Cristoforo Roncalli[19], detto il Pomarancio. «Andare in pellegrinaggio a Loreto significa ritrovarsi di fronte ad un pezzo di Terra Santa, ciò rende la cittadina marchigiana meta privilegiata per tanti cristiani e particolarmente cara ai Cavalieri e alle Dame dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. C'è anche un graffito con croce semicosmica nel cerchio; in tali graffiti presenti anche in Terra Santa, secondo gli esperti, si può vedere il, Convention concerning the protection of the world cultura and natural heritage, World Heritage Committee, Twenty-fourth session, Cairns, Australia, vedi la scheda sulla Basilica di Santa Maria di Loreto di Forio in ", vedi la scheda sulla Basilica di Santa Maria di Loreto di Forio nel sito, Celebrazioni Bramantesche per i 500 anni dalla morte di Donato Bramante (Atti del Convegno, Loreto, 5-6 dicembre 2014), numero monografico di "Castella Marchiae", n15-16/2016, Istituto Italiano dei Castelli, pp.176-201, La scienza avvalora la traslazione miracolosa, spoliazioni napoleoniche dello Stato della Chiesa, Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Iglesia de Santa María de Loreto (chiesa di Santa Maria di Loreto), Chiesa di Santa Maria di Loreto (Sonvico), Chiesa di Santa Maria di Loreto (Giornico), Basilica di Santa Maria di Loreto o della Beata Vergine Maria Incoronata, Santuario di Nostra Signora di Loreto (Oregina), Chiesa di Santa Maria di Loreto (Reggio Calabria), Cappella della Madonna di Loreto del Castello di Triana, chiesa del Santissimo Nome di Maria al Foro Traiano, Chiesa di Santa Maria di Loreto nella quarantottesima, Santuario della Madonna di Loreto (Spoleto), Chiesa della Madonna di Loreto (Torino di Sangro), Santuario di Nostra Signora di Loreto (Tresivio), Chiesa della Madonna di Loreto (Villalago), vicario generale di Sua Santità per lo Stato della Città del Vaticano, Convegno sulle guarigioni inspiegabili a Loreto, Cappella dedicata alla Madonna di Loreto, con copia della Santa Casa, nel Museo regionale di Maribor, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Basilica_della_Santa_Casa&oldid=118935665, Santuari cattolici della provincia di Ancona, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, Errori del modulo citazione - citazioni che hanno wikilink compresi nell'URL del titolo, Collegamento interprogetto a Wikibooks presente ma assente su Wikidata, Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Its unusual shape is due to one church being built on the remains of another. È in quella selvetta di Loreta, che — si dice — furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa. Si tratta di una Madonna nera: la sua particolarità è il volto scuro, comune alle icone più antiche, dovuto spesso al fumo delle lampade ad olio e delle candele o a cambiamenti chimici subiti dai colori originari. Mosè fa scaturire le acque dal Monte Oreb. Nel 1635 si decise di ampliare l'edificio religioso esistente con la costruzione di un vero e proprio santuario e di un convento, che furono realizzati tra il 1650 ed il 1655. Nella cella campanaria ottagonale è collocata la campana maggiore, denominata affettuosamente Loreta, fusa nel 1515 da Bernardino da Rimini, che con il suo diametro di 184 cm. Dal 1956 vi ha sede un festival artistico che annovera tra le manifestazioni danza, musica, e ovviamente teatro. Il 22 novembre 1989 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di basilica pontificia minore[46]. Nel 1902 fu rifatto il pavimento e vennero aggiunti alcuni particolari decorativi, tra cui il trono in metallo dorato dove è posta la statua della Madonna. Nella cella campanaria circolare sono collocate le altre 8 campane del concerto, fuse prevalentemente da Luigi Baldini di Sassoferrato (1830) e da Lucio Broili di Udine (1960), mentre la campana maggiore del concerto, che guarda Piazza della Madonna, è stata fusa da Francesco Franceschi di Ancona nel 1610. La Porta destra, ritenuta la più bella, fu commissionata ad Antonio Calcagni nel 1590 che la ideò e in gran parte la modellò. Coronata in alto da un vero e proprio cammino di ronda su beccatelli, è solo appena ingentilita dagli alti finestroni gotici in pietra bianca del Conero - opere di ripristino realizzate durante la campagna di restauri del Sacconi - costituisce un mirabile esempio di connubio fra l'esigenza pratica della difesa militare e il gusto estetico rinascimentale. Di quest'ultimo piccolo edificio a pianta rettangolare, eretto sotto la cupola, fu benedetta la prima pietra nel 1701 dall'arciprete di Tresivio Ignazio Lazzaroni, ed è ancora visibile tutt'oggi. Il santuario è ampliato dal vescovo Giuseppe Pullano con la costruzione di una nuova chiesa più grande consacrata nel 1979. Sulla piazza antistante debuttò pubblicamente, il 10 dicembre 1847, il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro che è, dal 1946, l'inno nazionale italiano. Pochi anni dopo, verso il 1915, quella società, sotto la presidenza dell'onorevole Carlo Montù, fece ornare la propria bandiera con l'immagine della Vergine Lauretana. Nel 1883 fu fondata la Congregazione universale della Santa Casa, affidata alla direzione dei frati cappuccini; scopo dell'istituzione era la diffusione della devozione verso la Santa Casa, con una visione universalistica e perciò promossa in tutti i paesi cattolici. Iniziata nel 1590 fu portata a termine solo nel 1611. Nel 1468, per volontà del vescovo di Recanati, il forlivese Nicolò dall'Aste, cominciarono i lavori per la costruzione del grande tempio sia a protezione della Santa Casa sia per accogliere la gran folla di pellegrini sempre crescente. Le parti superiori, fatte di mattoni locali, sono state aggiunte nel XIII secolo, al tempo del supposto all'arrivo dell'edificio nelle Marche; compresa la volta del 1536, costruita per rendere l'ambiente più adatto al culto. I più antichi documenti relativi alla fondazione della Santa Casa di Loreto sostengono che a Nazareth gli Apostoli trasformarono la Casa della Madonna in luogo di culto. Sono stati rinvenuti mosaici, sculture e ceramiche, conservati in parte presso il museo locale e in parte presso il Museo archeologico regionale di Palermo. I camminamenti stessi sono stati restaurati e dal 2009 si possono visitare; dall'alto di questi si può ammirare una bellissima vista sulle campagne circostanti e sulla Riviera del Conero. L'intervento fu curato da Giuseppe Sacconi, che scelse invece di lasciare due cappelle con le decorazioni originale, per il loro valore storico ed artistico. Basilica papale minore o Santuario della Madonna del Tindari, Pagina 241. Morto egli nel 1593, fu completata nell'anno 1600 dal nipote Tarquinio Jacometti e da Sebastiano Sebastiani, i quali rielaborono e integrarono il progetto originale. L'edificio in stile rinascimentale con influssi lombardi rappresenta un caso quasi unico in Liguria. Nell'area urbana è stata scavata, tra il 1949 ed il 1964, un isolato completo (insula IV), delimitato dai tratti dei due decumani scavati e da due strade secondarie. Dal 10 dicembre 1747, ogni anno vi si commemora l'inizio della rivolta popolare del quartiere genovese di Portoria contro gli occupanti asburgici, che portò alla liberazione della città (1746), legata tradizionalmente all'episodio del giovane Balilla (Giovan Battista Perasso). Il volto lungo è presente anche in altre raffigurazioni orientali e africane, ma raro tra le statue religiose in occidente. Gli spazi sono riempiti da sontuosi rilievi volti a celebrare le "Glorie della vita terrena della Madonna", fra cui quello dell'Annunciazione che funge da pala d'altare, posto al di sopra della "Finestra dell'Angelo" ed eseguito dal Sansovino, è ritenuto il capolavoro dell'insieme decorativo. Questa visione fu interpretata dal Senato della Repubblica di Genova come segno dell'intercessione della Madonna a protezione della città. Nella basilica si trova anche un organo a cassapanca[30] (Mascioni opus 1132), con unica tastiera di 56 note. Assieme alle altre tre scuole musicali, fu tra il XVII e XVIII secolo il fulcro della gloriosa scuola musicale napoletana. Quando qualcuno degli adescati rinunciava per la difficoltà di raggiungere l'ingresso dell'antro, la maga sfogava la rabbia affondando le dita nella parete: a questo sarebbero dovuti i piccoli fori che si aprono numerosi nella roccia. Si articolava su tre decumani, strade principali (larghezza di 8 m), correvano in direzione sud-est - nord-ovest, ciascuno ad una quota diversa, e si incrociavano ad angolo retto e a distanze regolari con i cardini, strade secondarie e in pendenza (larghezza 3 m). La spiaggia è conosciuta con il nome di Marinello o il mare secco e vi sono legate diverse leggende. Il santuario ha una storia travagliata. La tradizione lauretana, relativa al trasporto della casa di Maria, per opera di angeli da Nazareth all'antica Illiria (1291) poi da lì all'antico territorio di Recanati (1294), appariva quanto mai suggestiva per la scelta della Madonna di Loreto quale Patrona chi si muove per le vie dell'aria. Annesso alla basilica vi è l’Oratorio dell’Assunta, forse del XVI secolo, poi sede dell'Arciconfraternita di Santa Maria di Loreto. Era sabato e « [...] io Giuliano di Francesco di Sangallo fiorentino, con grandissima solennità e devozione e precisione, murai l'ultima pietra». ; San Claudio al Chienti: Romanesque church south of the Town. La riserva ai piedi del promontorio è collegata all'area sacra e al parco archeologico mediante il sentiero denominato Coda di Volpe. Architettura delle nostalgie, Sito ufficiale del Museo della Santa Casa, I segni cristologici, simili a quelli giudeo-cristiani locali, sono stati individuati su circa sessanta pietre. Guardo il presepe scolpito dove sono i pastori appena giunti alla povera stalla di Betlemme. Come la Porziuncola di San Francesco a Santa Maria degli Angeli ad Assisi, o il santuario della Casa Santa della Madonna inglobata nella basilica-fortezza di Loreto, allo stesso modo dentro le mura degli edifici che attorniano il santuario di Tindari, nella parte esterna a ridosso del presbiterio, vi si trova l'originaria chiesa della Madonna nera, venendo a costituire dunque una sorta di chiesa nella chiesa, accessibile solo in determinati periodi dell'anno e in determinati orari giornalieri. Costruito nel 1572-1621, ingloba al suo interno la cappella fatta erigere nel 1537 dallo spoletino Jacopo Spinelli, a somiglianza della Santa Casa di Loreto, in cui è presente un affresco votivo della Madonna col Bambino, opera del pittore Jacopo Santoro da Giuliana, detto Jacopo Siculo.L'immagine è ritenuta miracolosa: rimasta incompiuta, in assenza del pittore sarebbe stata completata da una mano invisibile, divina[47]. La più pregevole tra queste è la prima a sinistra detta Cappella del Battistero; con la volta dipinta dal Pomarancio e Fonte battesimale in bronzo di Tiburzio Vergelli, lavorato tra il 1600 e il 1607. In origine probabilmente si conservava nella Santa Casa un'icona dipinta della Madonna con il bambino, attribuita a San Luca, apostolo e pittore. La Sala, dalla maestosa volta a padiglione, venne interamente decorata con stucchi e affreschi da Cristoforo Roncalli detto il "Pomarancio", chiamato a Loreto dal cardinal Antonio Maria Gallo, protettore del Santuario[26]. Sotto i cardini correva il sistema fognario della città, a cui si raccordavano le canalizzazioni provenienti dalle singole abitazioni. I tre muri originari, senza le proprie fondamenta, sono poggiati su un'antica via; si estendono dal livello del pavimento per tre metri e nella loro parete minore si apre una piccola finestra, detta dell'Angelo alla quale, secondo la tradizione, la Madonna ricevette l'Annunciazione. L'originaria chiesetta di 9 m per 4 m venne inclusa nel nuovo santuario e l'altare dell'antica cappella diventò il centro del santuario, ma nel 1928 essa fu demolita e la venerata immagine della Madonna di Loreto fu collocata sopra l'altare maggiore. Ci restò per nove mesi, dopodiché gli angeli la risollevarono di nuovo per posarla nei pressi di Porto Recanati, in località "Banderuola", dove ancora oggi sorge una chiesetta; lì c'era un boschetto, proprietà di una nobildonna di Recanati di nome Loreta, per cui i pellegrini dicevano: "Andiamo dalla Madonna di Loreta", e da tale espressione popolare venne poi dato il nome alla cittadina di Loreto. In alcuni casi sono rappresentate appositamente nere, a ispirazione del Cantico dei cantici dove si dice: “Bruna sono, ma bella” e più avanti, rivolgendosi alle amiche: “Non state a guardare che sono bruna perché mi ha abbronzata il sole” (1, 5-6), ed in questo caso il Sole è considerato simboleggiare la figura di Dio. Per la facciata venne chiesto il progetto al Bramante, ma fu eseguita solo molto tempo dopo; il disegno originale venne molto rielaborato in stile tardo-rinascimentale da Francesco Boccalini, che iniziò nel 1571 la parte inferiore fino al cornicione; fu da qui continuata da Giovan Battista Chioldi e terminata nel 1587 da Lattanzio Ventura per volere di Papa Sisto V, il cui nome è scritto nel cornicione superiore. Ciò che più sconcerta nell'Inferno di Dante è l'eternità della colpa, l'impossibilità del pentimento, secondo la teologia cattolica più intransigente. La cupola copre lo spazio dov'è incentrata tutta la basilica, ospitando il Sacello della Santa Casa. Nel 1574 il pontefice Gregorio XIII , incaricò di agire come Commissario e Procuratore nel Santuario di Loreto S.E. Il 9 dicembre, vigilia della traslazione della Santa Casa, a Loreto e in tutte le Marche è usanza accendere grandi fuochi o falò, nelle campagne, nei paesi e nei vari quartieri cittadini, anche ad Ancona. Secondo la tradizione la prima volta in cui si accesero questi fuochi fu quando, nel 1294, si volle rischiarare il cammino degli angeli che, volando nella notte, stavano portando la Santa Casa in volo verso Loreto. Il rivestimento marmoreo, concepito come un prezioso reliquiario, venne affidato da Papa Leone X ad Andrea Sansovino, che vi lavorò nelle sculture dal il 1513 al 1527 e a cui successero Raniero Nerucci e Antonio da Sangallo il Giovane. Il vescovo Giovanni Previtera fonda il santuario di Tindari. Cappella dedicata alla Madonna di Loreto all'interno del castello della città nel centro storico di. Gli storici dell'arte hanno messo in evidenza le somiglianze architettoniche con la cappella di San Pietro Martire, fatta costruire da Pigello Portinari nella basilica di Sant'Eustorgio di Milano fra il 1462 e il 1468. Nell'Ottocento fu installata la cantoria con il coro, uno dei più belli dell'isola, realizzato da artigiani locali, e l’organo; fu anche posto in opera il variopinto pavimento maiolicato, in cui spiccano il verde, il giallo e l'azzurro[44]. Altri piccoli passaggi si aprivano a fianco delle torri della porta maggiore e venivano utilizzate per le sortite dei difensori. Il culto della Santa Casa e della Madonna Nera è vivo in molte altre chiese in tutto il mondo, dove in alcuni casi è presente una replica fedele della costruzione conservata a Loreto. La Madonna di Loreto è da allora patrona degli Aviatori. L'impianto urbanistico, risalente probabilmente all'epoca della fondazione della città, presentava un tracciato regolare a scacchiera. Si trovava però troppo vicino al mare, esposta quindi ai pericoli delle incursioni saracene; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli venuti in pellegrinaggio. Stando a testimonianze, Sensi si sarebbe persino recato «in Chiesa coi muratori» per «demolire la Santa Casa», ma tale fu lo sdegno della popolazione, di fronte a questo proposito, che lo «scelerato» fu costretto a desistere[9]. La città (in greco antico: Τύνδαρις, Týndaris) venne fondata da Dionisio I di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città sicula di Abacaenum (Tripi), e prese il nome di Tyndaris, in onore di Tindaro, re di Sparta e sposo di Leda, padre putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce. La santa Casa è una piccola costruzione di metri 9,50 x 4. Gli isolati delimitati dalle vie avevano un'ampiezza di circa 30 m e una lunghezza di 77 o 78 m. Uno dei decumani rinvenuti nello scavo, quello superiore doveva essere la strada principale della città: costeggia ad una estremità il teatro, situato più a monte e scavato nelle pendici dell'altura, e all'altra estremità sfocia nell'agorà, oltre la quale, nella zona più elevata, occupata oggi dal Santuario della Madonna Nera, doveva trovarsi l'acropoli. Poesia di Natale" Il Presepe" di Salvatore Quasimodo: Natale. In questa complessa parte absidale, tutta giocata in un susseguirsi di innumerevoli corpi semicircolari, risulta più evidente la struttura a fortificazione; quasi fosse una "fuga" di torrioni di una rocca, volta a difendere il santo luogo da incursioni turche. La costruzione fu iniziata su probabile progetto del veneziano Marino di Marco Cedrino, in uno stile gotico, ma già di un certo sapore rinascimentale. Su queste poggiava un'ampia domus (casa B) con peristilio a dodici colonne in pietra con capitelli dorici. Sopra la spiaggia, sul costone, si apre inoltre una grotta, che secondo una leggenda locale era abitata da una maga, che si dedicava ad attrarre i naviganti con il suo canto per poi divorarli. Dopo anni da «gambero», Ginevra Lamborghini ha iniziato a fare passi in avanti. Da qui deriva l'etimologia Coda di Volpe (dialetto locale "cuda vuppi" o "â cuda â vuppi"). Nel suo nucleo originario è costituita da sole tre pareti alte all'incirca 3 metri, si ritiene che la casa fosse costituita di una parte scavata nella roccia: la grotta che è ancor oggi alla Basilica dell'Annunciazione di Nazareth e di una parte in muratura. Assai ardita risulta la figura, presa in forte scorcio, della Vergine Assunta; dello stesso artista è anche la Pala d'altare con la Crocifissione, l'autore tardo-manierista ha valso alla sala l'appellativo ben più famoso di Sala del Pomarancio. Pasquale Macchi per il VII centenario della Santa Casa di Loreto, Nel 2013, l'Associazione Aeronautica Riviera del Conero, sviluppando un'idea di Alessandro Scorrano, ha inviato a una quota di 39.000 metri una statua della Vergine Lauretana.
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